La notizia ha indignato l'opinione pubblica, ma ancor più la comunità ebraica tedesca che non ritiene ammissibile che criminali del Terzo Reich possano percepire una pensione per i servizi prestati nelle file delle SS. Eppure è quanto accade, confermato dal governo federale e pubblicato ad opera della Neue Osnarbruecker Zeitung.
Ex SS ricevono la pensione dalla Germania
Sono circa duemila, gli ex soldati delle SS che vivono all'estero e percepiscono una pensione tedesca per il lavoro svolto al servizio del paese durante il Terzo Reich. Si tratta, perlopiù, di soldati che si erano uniti alle Waffen-Ss nei paesi occupati e che erano rimasti feriti durante il servizio.
Essi percepirebbero, quindi, la pensione in qualità di vittime di guerra. Una riforma apposita prevede che la pensione di sussistenza delle vittime di guerra (ivi quindi compresi anche i feriti), può essere revocata solo nel caso in cui il soggetto ricevente abbia compiuto atti avversi "ai principi dell'umanità".
La stessa riforma prevede e sottolinea che, di fatto, l'aver militato nelle file delle SS non è una ragione sufficiente per poter sospendere l'erogazione del vitalizio.
Le SS, acronimo che sta per Schutzstaffeln (squadre di sicurezza), erano state create in qualità di guardia del corpo di Adolf Hitler ma, nel tempo, erano divenute un organo indipendente all'interno dello stato tedesco.
Nei paesi occupati si erano macchiate di indicibili atrocità, tra cui si ricordano i massacri sommari e la stessa militanza nei campi di sterminio.
L'indignazione della comunità ebraica per le pensioni erogate alle ex SS
A prendere la parola e fare le veci di tutta la comunità ebraica tedesca, nonché di una consistente parte dell'opinione pubblica, è il presidente Josef Schuster: "è insopportabile che ex criminali del Terzo Reich, nonché militanti delle SS, abbiano la possibilità di percepire una pensione", afferma.
Poi continua: "è dovere delle autorità rilevare se sussistono le condizioni per erogare queste pensioni. E' una responsabilità che il Governo deve essere pronto ad assumersi".
Secondo il quotidiano tedesco Neue Osnabruecker Zeitung, le circa duemila ex SS percepiscono un vitalizio di 330 euro mensili, avendo oltretutto diritto al sostegno finanziario per quanto concerne l'erogazione di servizi sanitari.
Attualmente sono sottoposti ad esame quattro casi di ex appartenenti alle SS residenti in Olanda, al fine di verificare se vi siano o meno i presupposti per procedere alla sospensione del vitalizio.