A più di un anno di distanza dagli assurdi fatti di Macerata, la storia di Pamela Mastropietro continua a tenere banco. Come si ricorderà, la donna, una 18enne romana, venne uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio 2018. I suoi resti furono trovati in una valigia. Ad essere indiziato per il delitto è attualmente Innocent Oseghale, un cittadino nigeriano. Lui per molto tempo si è proclamato innocente, ma lo scorso 31 luglio ha confessato di aver fatto a pezzi la vittima. Recentemente ha parlato in aula il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino, che ha condiviso proprio con Oseghale la cella per un certo periodo di tempo.

Il racconto che Marino ha fatto è a dir poco assurdo: la ragazza infatti, secondo quanto gli sarebbe stato riferito dal suo compagno di cella, è stata fatta a pezzi mentre era ancora in vita. Lui non se ne sarebbe accorto.

Il racconto del collaboratore di giustizia

La testimonianza di Marino potrebbe essere di fondamentale importanza per il processo. Lo stesso infatti fornisce dettagli precisi, e purtroppo macabri, di quanto avvenuto. Secondo il racconto del superteste, con Oseghale quel giorno c'era anche il suo amico, Desmond Lucky. Ad entrambi i cittadini stranieri piaceva la 18enne, e per questo quel pomeriggio andarono a comprare una siringa per farsi di stupefacente. Il racconto è preciso, e Marino afferma chiaramente che l'idea era quella di avere un rapporto a tre con la ragazza, questo sempre secondo quanto riferito dallo stesso imputato al compagno di cella.

A questo punto Oseghale gli avrebbe raccontato che la ragazza "era fatta di roba", per cui Lucky si avvicinò per tentare un primo approccio, ma la ragazza lo respinse. Chiaro quindi questo punto: la ragazza ha rifiutato le avance dell'uomo. In seguito sarebbe scattata una colluttazione tra Pamela e Desmond, con lui che gli ha dato uno schiaffo.

La ragazza a quel punto cadde a terra e perse i sensi. Lucky quindi andò via dall'appartamento, e Oseghale rimase solo con la giovane. Dopo Innocent l'avrebbe aiutata, versandole acqua sulla faccia in modo da farla riprendere, poi la spogliò e i due ebbero un rapporto intimo completo. Il racconto poi prosegue con il momento dell'omicidio.

Pamela voleva tornare a Roma

La ragazza ad un certo punto però ha voluto troncare il rapporto, e ha detto ad Oseghale che aveva il treno. "Voleva andare via a casa a Roma", precisa il racconto del Marino. Da qui, un'altra colluttazione tra i due, e proprio in questo frangente Innocent diede una coltellata, la prima, a Pamela, che cadde a terra. Resosi conto di quanto successo, Oseghale sarebbe andato poi a cercare aiuto in piazza Diaz a un connazionale, ma tornò a mani vuote. E proprio a quel punto che comincia la parte più orribile di questa storia: convinto che la giovane fosse morta, Oseghale avrebbe (il condizionale è d'obbligo in questi casi) cominciato a farla a pezzi, a partire dai piedi. Un racconto assurdo, che rende questa storia ancora più drammatica. "Mi chiamava "zio" - ha detto il superteste. Un termine che si deve a chi è degno di rispetto.