Un attacco premeditato e senza precedenti quello avvenuto ieri in Nuova Zelanda, un gruppo di 4 persone armate ha fatto irruzione in due diverse moschee di Christchurch aprendo il fuoco sui fedeli: il bilancio è ad ora di 49 morti e 50 feriti. Sui caricatori delle armi automatiche degli attentatori è stato rilevato, scritto con il pennarello, anche il nome di Luca Traini.
Nuova Zelanda, uccisi 49 musulmani
Circa 50 persone sarebbero finite in ospedale, nella prima moschea assaltata (Al Noor) al momento dell'irruzione erano presenti 300 persone. Il commando attentatore era composto da 4 persone con tute militari che, una volta compiuta la strage, si sono dati alla fuga.
Uno dei terroristi è stato fermato poco dopo mentre gli altri tre sono stati catturati in un secondo momento. Il gruppo dei killer era composto da 3 uomini e una donna, uno di loro di nazionalità australiana. Poco prima di compiere la strage, sui social i terroristi hanno postato una sorta di manifesto "anti-musulmani e anti-immigrati". In uno di questi video si intravedono le armi utilizzate, dei kalashnikov e dei fucili, riempiti di scritte: su una di queste è riportato il nome di Luca Traini, il giovane 28enne che in provincia di Macerata aprì il fuoco contro gli immigrati. La polizia neozelandese ha chiesto più volte ai social di non permettere che i video e le immagini degli attentatori fossero diffusi.
Così, Mia Garlick, la portavoce di Facebook ha risposto: "La polizia neozelandese ci aveva allertato riguardo un video su Facebook poco dopo l'inizio dello streaming live e noi abbiamo provveduto velocemente a rimuovere il video e anche gli account Instagram e Facebook dell'attentatore". Poco dopo la strage sono giunte le prime dichiarazioni dei politici, in particolare del primo ministro Jacinta Arden: "È uno dei giorni più bui per la Nuova Zelanda" ha dichiarato, confermando che le vittime sono tante e che si è trattato di un evento significativo.
I nomi sui caricatori
Sui caricatori dei fucili automatici utilizzati per la strage sono state trovate delle scritte. Oltre al nome di Luca Traini, erano presenti anche quelli di Alexandre Bissonette (un ragazzo che nel 2017 uccise 6 persone in una moschea in Canada) e di Sebastiano Venier (doge veneziano che sconfisse i turchi durante la battaglia di Lepanto nel 1571). Nomi simbolo della battaglia anti islam, il tutto documentato su Instagram e Facebook attraverso i video girati dagli stessi attentatori.