Questa mattina in Nuova Zelanda, nella città di Christchurch, ha avuto luogo un attacco terroristico. Un commando di quattro persone ha sparato ripetutamente in due moschee della città, provocando al momento 49 vittime e decine di feriti. Inoltre sono stati trovati dalla Polizia nel centro della città, nei pressi del luogo dove si sarebbe dovuta svolgere una manifestazione di studenti su ambiente e clima, alcuni ordigni all'interno di alcuni veicoli parcheggiati, pronti a essere fatti esplodere, ma tempestivamente disinnescati dagli artificieri.

Il leader del commando è Brenton Tarrant, un ragazzo di 28 anni che aveva preannunciato il suo terribile gesto sui social network. Prima di dare avvio alla strage Tarrant ha girato un video in cui si è descritto come un “uomo bianco“ che “voleva uccidere gli stranieri invasori”.

Sono state arrestate tre persone

Il commissario della Polizia neozelandese Mike Bush, in una conferenza stampa, ha informato che sono state arrestate tre persone: per il killer delle stragi Tarrant, l’incriminazione è omicidio, mentre per gli altri due fermati si sta ancora valutando la loro posizione perché erano in possesso di armi. Armi sulle quali erano incisi i nomi di diversi attentatori del passato, tra cui il nome dell’italiano Luca Traini, l'estremista di destra che attaccò i migranti a Macerata lo scorso anno.

Per questo motivo Traini, tramite il suo legale, fa sapere di essere completamente estraneo ai fatti e quindi di non avere nulla a che fare con questa strage in Nuova Zelanda. Ha inoltre ribadito il suo pentimento per aver ferito diversi immigrati a Macerata nel 2018.

La strage è avvenuta in diretta Facebook

Qualche ora prima dell’inizio della strage, probabilmente da uno dei terroristi, era stato pubblicato sui social un manifesto "anti-immigrati e anti-musulmani" di 87 pagine.

L'attacco è avvenuto inoltre in diretta social. La Polizia neozelandese ha esortato a non condividere il link dell'inquietante video. È stato comunque diramato un allarme preventivo in tutta la città e non solo: i cittadini sono stati esortati a rimanere chiusi in casa e, in particolare, è stato consigliato a tutti quelli di religione islamica di non andare a pregare nelle moschee in tutto il Paese. ”È uno dei giorni più bui della Nuova Zelanda”, ha infatti commentato la premier Jacinda Ardern, che ha descritto inoltre l'accaduto come "un atto di violenza senza precedenti".