Aveva un problema all'alluce del piede sinistro, risolvibile con un'operazione chirurgica considerata semplice e di 'routine'. Ma l'intervento è andato male perché a farlo è stato un chirurgo affetto da morbo di Parkinson: l'inverosimile storia è realmente accaduta a Trieste e la conseguenza è che il paziente convive da sei anni con un'invalidità permanente. La storia di Roberto, da allora rimasto zoppo, è stata raccontata a Le Iene nella puntata andata in onda la scorsa domenica.
Operato dal chirurgo con il Parkinson: 'A Trieste tutti lo sanno'
L'episodio che ha cambiato per sempre la vita di Roberto facendolo diventare invalido a vita, risale a sei anni fa.
Prima di allora, non aveva alcun problema di deambulazione, poteva camminare e correre. Tutto inizia con un fastidio all'alluce sinistro del piede: dalla visita, emerge che ha un piccolo 'speroncino' di osso, una sporgenza da trattare con un'osteotomia, intervento chirurgico che si può fare anche ambulatorialmente tanto è ordinario, a detta degli specialisti. Dall'intervento, l'uomo viene fuori rovinato a vita, ma la sfortuna proprio non c'entrerebbe nulla: il medico che l'ha operato, pare abbia il morbo di Parkinson, malattia assolutamente incompatibile con il mestiere di chirurgo. Il paziente si è accorto già dal momento che era sotto i ferri che c'era qualcosa di anomalo perché la mano del chirurgo era molto tremolante.
Avrebbe dovuto fare un piccolo taglio al piede, questione di uno o due millimetri, per togliere l'osso in eccedenza. E invece non è andata così: gli ha tolto quasi tutto l'osso dell'alluce.
Secondo il racconto fatto dal paziente a Le Iene, il chirurgo non è riuscito a fermare la mano al momento opportuno e gli ha tagliato il piede provocandogli un danno permanente.
"Tremava tanto, sicuramente non aveva una mano da chirurgo", ha riferito l'uomo secondo il quale "tutti a Trieste sanno che il medico che l'ha operato soffre di Parkinson da tanto tempo". Purtroppo, la vittima di quello che sarebbe un grave caso di malasanità, l'ha scoperto solo dopo giorni dall'intervento. L'osso del piede è stato a tal punto indebitamente tolto, che non è più possibile inserire una protesi.
A distanza di sei anni, l'uomo fatica a camminare, ha problemi all'anca e alle articolazioni, deve prendere antidolorifici, due o tre volte al giorno, e dovrà fare una protesi al ginocchio perché gli capita di perdere l'equilibrio e cadere.
Chirurgo con malattia neurologica, l'Azienda sanitaria prende le distanze
Il Parkinson è una malattia neurologica molto grave i cui sintomi vanno oltre il vistoso tremore. Può causare anche deficit cognitivo, rigidità muscolare, ma anche bradicinesia, ovvero un ritardo con cui i muscoli recepiscono i segnali inviati dal cervello per muovere la mano o alzare un braccio. Caratteristiche assolutamente inconciliabili con la professione del chirurgo che deve avere prontezza di riflessi e poter agire con mano ferma, all'insegna della massima precisione.
All'inviata de Le Iene, Veronica Ruggeri, un medico rimasto anonimo che lavora nella struttura in cui Roberto è stato operato, ha confermato che il collega ha una malattia neurodegenerativa che lui stesso gli aveva diagnosticato nel 2006 quando aveva 60 anni. Roberto è stato operato nel 2013: il chirurgo, quindi, pur essendo a conoscenza del suo problema, avrebbe continuato a fare interventi almeno per sette anni.
In seguito, i medici che hanno visitato Roberto hanno evidenziato che ha subito un intervento definito eccessivo, aggressivo e sproporzionato all'entità del problema, che anziché essere risolto, è stato aggravato. La giornalista del Le Iene è riuscita a rintracciare il diretto responsabile che però, incalzato dalle domande, ha negato tutto e ha chiamato la polizia per far allontanare la troupe.
In un clima di allarmismo, l'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste ha diramato una nota per riferire che il chirurgo ortopedico non è un proprio dipendente. Resta un paziente che attende giustizia.