Si rischia una vera e propria rivolta degli ultimi, dei disabili, illusi ed ora delusi dalla cosiddetta “manovra del Popolo”, che sembrerebbe non considerare, se non marginalmente, i problemi di questa categoria di persone.

Promesse o slogan elettorali?

“Innalzeremo le pensioni minime a 780€, anche quelle di invalidità” Questa la promessa, o forse l’ennesimo slogan elettorale, che ha accesso le speranze in circa 1 milione di persone che vivono ben al di sotto della soglia di povertà, con entrate annue inferiori a 4000€ e un assegno sociale di soli 280€ (ricordiamo che il reddito minimo, sotto al quale si è considerato poveri, è fissato proprio a 780€).

La domanda sorge spontanea, com’è possibile che uno Stato riconosca la somma minima di 780€ come reddito minimo indispensabile alla sopravvivenza dignitosa dell’individuo, e allo stesso tempo accetti di versare solo 280€ (meno della metà della suddetta somma) a sostegno delle categorie che più avrebbero bisogno di un assistenza economica statale?

Nelle prossime ore sarà reso noto il contenuto del decreto che dovrebbe regolare la platea degli italiani aventi diritto all’aumento dell’assegno minimo, ma da indiscrezioni e dichiarazioni politiche di evince che degli attuali beneficiari dell’assegno di invalidità (che ricordiamo viene assegnato al riconoscimento di una percentuale di invalidità che vada 75% al 100%) solo 260.000 potranno beneficiare di un incremento della somma percepita.

Citiamo di seguito il comma 2 dell’articolo 3 della nostra bella Costituzione. "E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”

Risulta evidente che con un trattamento economico di solo 280€ al mese, concessi dallo stato italiano a cittadini italiani che non hanno le stesse possibilità lavorative degli altri, tale principio di uguaglianza non è del tutto garantito.

Non esistono italiani di serie A e Italiani di serie B, ma italiani sani e italiani malati o invalidi si. Non è certo chiamandoli con nomi differenti che si aiutano tali categorie, non importa che siano riconosciuti come: invalidi, diversamente abili, disabili ecc., Importa che lo stato sia serio, per una volta, e mantenga gli impegni presi. Non è tollerabile che a pagare siano sempre e solo gli ultimi.