Non si danno pace i genitori di Nicolò Daversa, il 27enne di Falconara Marittima (comune in provincia di Ancona) deceduto in ospedale lo scorso 9 marzo. Il giovane due giorni prima aveva assunto - dietro prescrizione medica - un antibiotico che gli aveva causato uno choc anafilattico. A quasi un mese dalla scomparsa di Nicolò, il papà Antonio ha deciso di rompere il silenzio e ha lanciato un accorato appello: "Indagate su quel medicinale".
L'influenza ed il decesso
Nicolò Daversa, da qualche mese, viveva ad Ancona: si era trasferito da Sharon, la sua fidanzata. Ritornava spesso nella vicina Falconara e, qualche giorno prima, ci era stato per farsi visitare dal medico di famiglia: accusava febbre e mal gola, dovuti ad un'infezione ed alle tonsille gonfie e, per questo, gli era stato prescritto un antibiotico (il Fidato a base del principio attivo Ceftriaxone), da prendere per via endovenosa. La prima iniezione intramuscolo però, è stata fatale: con ogni probabilità, il giovane - che non aveva problemi di Salute e conduceva una vita normale - era allergico, senza saperlo, a qualche componente del farmaco.
Nicolò si è sentito male davanti alla fidanzata nel pomeriggio di giovedì 7 marzo. Sharon ha chiamato il 118 e, quando è arrivata l'ambulanza, i medici del SUEM lo hanno trovato in arresto cardiocircolatorio. Dopo avergli praticato per 40 minuti un massaggio cardiaco, il cuore, ha ripreso a battere ed è stato trasportato al pronto soccorso di Torrette. Il quadro clinico del 27enne, però, era disperato ed i medici hanno optato per un ricovero in terapia intensiva all’ospedale di Jesi, dove Nicolò è morto due giorni dopo.
L'appello del papà
A quasi un mese dalla scomparsa di Nicolò, papà Antonio, ancora sconvolto dal dolore ha dichiarato: "Vogliamo capire se c'è stata una qualche negligenza da parte del nostro medico di famiglia".
Il ragazzo, come ha ricordato l'uomo, è andato nello studio di Falconara del dottor Marcello Moscoloni, 67 anni, ma non è stato sottoposto ad una vera visita. Nonostante avesse solo un malanno di stagione, il medico, gli ha prescritto un farmaco piuttosto "potente" (con una ricetta, peraltro, intestata ad Antonio Daversa). Nicolò non aveva mai assunto il Fidato, farmaco con lo stesso principio attivo (ceftriaxone) del Rocefin (antibiotico ad ampio spettro utilizzato per contrastare e infezioni batteriche). Quest'ultimo, secondo i genitori, era già stato assunto senza problemi dal ragazzo.
Il padre del giovane ha poi aggiunto: "Ci preme che si vada a fondo e si indaghi sul farmaco che è stato iniettato a mio figlio".
Antonio, infatti, ha precisato che nel nostro Paese, negli anni scorsi, ci sono stati diversi decessi legati all'assunzione di quel medicinale.
La famiglia Daversa che il 19 marzo ha presentato un esposto in Procura, ha deciso di affidarsi, per avere giustizia e risposte, ad un'agenzia di tutela: Studio 3A- Valore spa di Mestre (Venezia). "Chiediamo al Ministero della Salute - ha continuato - di attivarsi al fine di sottoporre quel farmaco ad una campagna di analisi e di controllo in modo da escluderne la nocività o comunque per accertare se vi sia stato un errore nella composizione di una parte dei lotti".
Sulla morte di Nicolò, il pm Andra Laurino ha aperto un fascicolo per omicidio colposo ed ha iscritto nel registro degli indagati il medico di famiglia.