Schiere militari del generale Khalifa Haftar combattono ormai quasi incessantemente nei pressi di Tripoli. A 9 giorni dall’annuncio della marcia sulla capitale, guidata dal cosiddetto 'uomo forte' della Cirenaica, il bilancio degli scontri si sta aggravando. Fonti vicine a Tripoli segnalano anche un'importante controffensiva da parte del governo di accordo nazionale di Fayez al–Sarraj. Le stesse fonti smentiscono la prossima entrata a Tripoli dell’autoproclamato esercito nazionale libico, capeggiato da Haftar.

Una situazione sempre più drammatica con il trascorrere dei giorni

Continua a salire anche il numero dei morti. Il presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi), Foad Aodi, in contatto con medici libici di diversi ospedali, ha reso noto il bilancio delle vittime che, al momento, è ancora temporaneo: 'Il bilancio dei morti è salito a 130, tra cui 35 bambini, 750 sono i feriti, di cui 200 in gravi condizioni'.

Le condizioni, purtroppo, sembrano non poter migliorare; infatti, come fa sapere lo stesso Foad: 'Gli ospedali sono al collasso'. Foad sostiene che “Manca tutto: l'elettricità, i medici, gli infermieri, i medicinali e il sangue”. In condizioni così precarie in Libia, anche chi riesce ad arrivare ferito in ospedale rischia di non sopravvivere, perché "nessun medico riesce a raggiungerlo o non riesce a spostarsi".

Secondo Foad Aodi, in Libia c’è anche una situazione disastrosa per quanto riguarda gli sfollati.

Il governo italiano si sta impegnando nel processo di stabilizzazione e pacificazione della Libia

In un contesto a dir poco terribile, l’Italia continua a lavorare per evitare un'ulteriore escalation della crisi. Mentre Giuseppe Conte continua a rivendicare il ruolo di mediazione dell’Italia in questo “processo di stabilizzazione e pacificazione della Libia", Matteo Salvini fa sapere che quello che sta succedendo in Libia non cambierà la Politica migratoria in Italia.

Il vicepremier sostiene infatti che chi scappa dalla guerra arriva in Italia in aereo, come già sta accadendo. Tutti coloro che si avventurano con barche di fortuna, a dire del leader leghista, non arriveranno presso i porti italiani.

Anche Di Maio ha espresso la sua opinione sulle vicende libiche, invitando la squadra di governo a rimanere compatta e a non utilizzare la crisi libica come tema per la campagna elettorale.

Ricorda anche che, a causa di politiche secondo lui sbagliate fatte dall'UE sulla Libia nel 2011, l’Italia ha pagato questi anni di destabilizzazione libica.

Il premier Conte in contatto con Khalifa Haftar

Intanto, in un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, il premier Giuseppe Conte fa sapere di una lettera personale ricevuta dal generale Haftar. Il presidente del consiglio ha chiesto agli emissari di Haftar quali fossero gli sviluppi della situazione libica.

Conte ha dunque ribadito la sua ferma “opposizione a una deriva bellica, in quanto graverebbe moltissimo sulla popolazione libica”. Il presidente del Consiglio resta inamovibile sul voler trovare una soluzione politica e non militare, in modo da scongiurare una crisi umanitaria, che “porterebbe allo sfinimento una popolazione già esausta da otto anni di destabilizzazione”.