La Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo di indagine su una presunta frode fiscale ai danni dell'Erario, perpetrata da alcune società che operano da anni nella gestione dei "servizi" culturali del Colosseo e di altre attrazioni simili come le Terme di Caracalla site in Roma. Secondo quanto riporta la stampa locale e nazionale milioni di euro sarebbero stati sottratti al fisco. Sotto inchiesta sono finite la Mondadori Electa e Coopculture, le quali formano l'Ati, ovvero il raggruppamento temporaneo di impresa. Tutto, secondo quanto riporta il quotidiano economico Il Sole 24 Ore, è nato da un'inchiesta dell'Agenzia delle Entrate, sui contratti stipulati dalla stessa società del gruppo Mondadori e Coopculture.

La truffa

La stessa Agenzia delle Entrate ha quindi segnalato il tutto alla Procura, in quanto secondo questa Ati, sui "servizi aggiuntivi" non deve essere versata l'Iva. Il meccanismo, secondo l'inchiesta coordinata dal pm Stefano Civardi, era complesso, e consisteva in una spartizione degli utili e delle perdite tra le due società. Tale manovra avrebbe quindi permesso alle aziende finite sotto i riflettori degli investigatori di non pagare l'imposta sul valore aggiunto sui servizi erogati. Gli stessi comprendono una serie di attività, tra le quali librerie in musei e mostre, inclusa la produzione di merchandising. I finanzieri del capoluogo lombardo hanno quindi eseguito diverse perquisizioni negli uffici delle due società, questo in modo da acquisire materiale utile per le indagini.

L'Ati in questione gestisce da oltre 22 anni i servizi culturali all'interno dei più importanti poli della Capitale, sono di sua competenza ad esempio le visite guidate e la prevendita di biglietti on-line.

Il monopolio

L'indagine in questione ha fatto scaturire anche altri importanti elementi, attestando che dal 2001 al 2016, sui settantaquattro milioni di euro, intesi al lordo, incassati da servizi culturali aggiuntivi offerti dalle società, solo l'11,2% degli incassi sarebbe entrato nelle casse del fisco.

L'affidamento dei servizi in questione, così come riporta il quotidiano Il Messaggero, sulle sue pagine on-line, risale al lontano 1997, in seguito è stata rinnovata altre due volte, una nel 2005 e l'altra nel 2011. Questo ha fatto si che le aziende in questione ottenessero una sorta di monopolio su tali servizi. Nel mirino degli inquirenti è finito anche un funzionario della Consip.

In totale risultano tre le persone indagate, tra cui l'amministratore delegato di Electa, Antonio Porro e un rappresentante della Coopculture. Lo stesso, sin da subito, si è dichiarato estraneo ai reati contestati. Sicuramente nei prossimi giorni, o al massimo nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori particolari su questa vicenda.