La morte di Stefano Cucchi rappresenta, indubbiamente, una delle pagine più nere che la cronaca italiana ricordi in tempi moderni. In molti si sono indignati per la fine che ha fatto un ragazzo, secondo le confessioni avute, ucciso da chi, in realtà, dovrebbe garantire la sicurezza di tutti come i Carabinieri. Attorno alla vicenda c'è stata grande speculazione mediatica, anche per quelle che sono state dichiarazioni particolarmente garantiste nei confronti degli uomini in divisa da parte di alcuni politici, prima che la verità venisse a galla ed in attesa, comunque, di un processo che scriverà la parola fine sulla vicenda, almeno a livello giudiziario.
L'eco delle polemiche non accenna a placarsi, ma c'è anche chi come lo psichiatria e criminologo Alessandro Meluzzi preferisce estraniarsi dal buonismo totale nei confronti della famiglia di Stefano Cucchi che è maturato nel tempo.
Meluzzi parla senza peli sulla lingua
Si può concordare o meno su quelle che sono le tesi esposte da Meluzzi sui temi su cui viene chiamato a disquisire, ma occorre sottolineare come si esprima senza preoccupazione di urtare la sensibilità altrui, manifestando una certa attitudine a parlare senza peli sulla lingua. Intervistato dal programma La Zanzara, in onda su Radio 24, ha inteso evidenziare come, per lui, resti sempre valido il principio perorato da Cossiga: le uniche istituzioni serie in Italia sono il Partito Comunista, la Chiesa Cattolica e l'Arma dei Carabinieri.
Considerata, però, la situazione dei primi due, è probabilmente l'Arma quella rimasta davvero in piedi secondo Meluzzi. E, non a caso, ha detto che considererebbe bizzarra l'idea che i Carabinieri si costituissero parte civile in un procedimento penale che vede indagati dei militari.
Meluzzi-Parenzo: lite in direttta
L'affondo, però, arriva quando deve esprimere il proprio punto di vista sulla famiglia di Stefano Cucchi.
Secondo lui, infatti, è sacrosanto che il Generale dei Carabinieri abbia chiesto scusa per quanto avvenuto, ma si aspetta che presto possa verificarsi lo stesso atto riguardo ad un altro aspetto. "Per un principio ovvio - tuona Meluzzi - la famiglia Cucchi dovrebbe anche chiedere scusa a tutte quelle famiglie di giovani a cui il geometra Cucchi spacciava la droga".
Uno dei conduttori, David Parenzo, a quel punto lo definisce 'persona malevola', ma lui ci tiene a sottolineare che sostiene solo un principio di reciprocità. Quando gli sottolineano che si parla di un ragazzo morto nelle mani dello Stato, lui evidenzia che questo, eventualmente, sarà accertato dalla magistratura. A quel punto si innesca una durissima lite dialettica tra lui e Parenzo che lo accusa di essere diventato una macchietta. Tra i due volano parole grosse, dettate dall'esternazione di Meluzzi e anche sull'idea che Cucchi fosse o meno uno spacciatore.