Al Deledda International School, un istituto che accoglie i figli della Genova più ricca, un ragazzino è stato vittima di bullismo per due anni. Il ragazzo è stato molestato tramite percosse fisiche, attraverso la ricezione di 100mila messaggi molesti e, infine, subiva continue richieste di soldi da parte dei compagni. Quest'ultimi si sono resi responsabili di atti di bullismo ai danni del ragazzo, che pensava addirittura di suicidarsi. I genitori della vittima ora chiedono un risarcimento.

Bullismo: un ragazzino ne è stato vittima per due anni a Genova

Il ragazzo è stato vittima di bullismo per bene due anni consecutivi da parte di alcuni suoi compagni di scuola. Numerose sono state le molestie alle quali il ragazzino è stato sottoposto; quest'ultime sono state tanto gravi da indurlo a pensare al suicidio. Ora i genitori della vittima sono pronti a portare i genitori degli aguzzini del loro figlio in tribunale per richiedere un risarcimento. Tra le moleste più gravi subite del ragazzo sussiste quella di essere stata costretto a camminare a quattro zampe e a stare nudo sulla neve. Tutte le molestie sono state documentate da foto e video che girano sui social. A postarle gli stessi bulli, le vessazioni subite del ragazzo sono finite persino davanti a un giudice che diede ai responsabili di tali atti dai 6 ai 13 mesi di messa in prova.

All'interno di questo lasso di tempo essi avrebbero dovuto fare volontariato per capire la gravità dei propri gesti.

I genitori chiedono un risarcimento

Il ragazzo, vittima di bullismo, ha subito un danno esistenziale che lo stava quasi per condurre al suicidio. Ora i genitori chiedono circa 300.000 euro di risarcimento danni.

La Scuola si è sempre definita estranei ai fatti, ma i genitori non credono a questa versione, anzi. Sembra quasi impossibile che nessun adulto responsabile di vigilare sui ragazzi si sia mai preso reso conto di nulla. Il preside Alberto Damiano ha spiegato di non sapere nulla degli abusi compiuti sul ragazzo. Quanto successo un ragazzino bullizzato ha scosso Genova, sia per la gravità della situazione (il ragazzo, infatti, era costretto dai suoi stessi compagni di scuola ad eseguire comportamenti quanto più umilianti), sia perché ad essere coinvolti erano figli di famiglie agiate e conosciute quali imprenditori, professori universitari, medici e avvocati.

I genitori della vittima hanno intenzione di fare causa a quelli dei bulli e l'accusa e di non avere saputo educare i propri figli, di non avere insegnato loro i reali valori della vita e rispetto per il prossimo. Contestualmente è associata una richiesta di risarcimento danni. L'avvocato Alberto Figone, che assiste la famiglia della vittima, si ispira a un paio di casi presenti nella giurisprudenza italiana; all'interno di quest'ultimi si sono svolte le vicende analoghe a quelle subite dal ragazzino genovese. La richiesta a titolo economico viene fatta ai genitori dei ragazzi e non ai ragazzi stessi perché ai tempi delle vessazioni i giovani bulli erano minorenni.