Dopo che la notizia si è diffusa in tutto il mondo nelle scorse settimane, la Pepsi ha deciso di ritirare la denuncia per mettere a tacere la questione. Adesso, però, al danno potrebbe unirsi la beffa, perché non è da escludere che la multinazionale americana dovrà anche pagare un risarcimento ai nove contadini indiani precedentemente denunciati. Intanto, gli attivisti esultano, poiché sostengono che in questo modo sarebbero stati difesi i diritti di tutti gli agricoltori dell'India.
Il ritiro della denuncia nei confronti dei contadini che coltivarono la patata brevettata
L'incredibile storia che aveva fatto il giro del mondo era che la Pepsi, una delle massime multinazionali americane, aveva fatto causa a nove contadini per 125mila euro. Costoro, a detta del colosso commerciale, erano colpevoli di aver coltivato una patata brevettata in possesso proprio della Pepsi, utilizzata da quest'ultima per produrre gli snack Lay's in busta.
Pepsi, però, dopo l'enorme pressione ricevuta anche a livello internazionale, ha deciso di ritirare la denuncia. Il portavoce indiano della multinazionale ha infatti dichiarato: "Dopo aver discusso con il governo (indiano), la compagnia ha accettato di ritirare i casi contro gli agricoltori.
Ci affidiamo ora alle discussioni per trovare una soluzione a lungo termine e amichevole su tutte le questioni relative alla protezione dei semi".
Questa causa è partita anche in un momento molto particolare, poiché ha spinto la multinazionale americana al centro del dibattito sui diritti degli agricoltori indiani. Questo argomento è una delle basi fondamentali che il Primo Ministro Narendra Modi sta utilizzando nella campagna elettorale per le elezioni che si terranno tra circa tre settimane in India.
Dopo questa vittoria mediatica, è probabile che il Ministro guadagnerà un consenso ancor maggiore.
Il declino dei redditi rurali ha infatti provocato proteste di massa da parte degli agricoltori, e alcuni sono arrivati persino al suicidio in preda alla disperazione. Come parte della sua campagna elettorale, Modi ha quindi promesso di raddoppiare il reddito entro il 2022 e di fornire pensioni ai piccoli agricoltori di età superiore ai 60 anni.
La vittoria degli agricoltori contro la multinazionale
Il ritiro della denuncia, dunque, è da tutti i punti di vista un successo politico e sociale dell'india sulla multinazionale americana. Gli attivisti stanno ora sollecitando il governo a fare ancora di più per consentire agli agricoltori di coltivare i raccolti che vogliono, senza i limiti imposti dai semi brevettati dai colossi commerciali.
La Pepsi, a propria discolpa, ha dichiarato tramite un portavoce di aver agito in tal modo soltanto per difendere il marchio presente sui propri semi brevettati. Al tempo stesso, però, ha aggiunto che "la società rimane profondamente impegnata per le migliaia di agricoltori con cui lavoriamo in tutto il Paese e per garantire l'adozione delle migliori pratiche agricole".
L'Alleanza per l'agricoltura sostenibile e olistica (ASHA) ha quindi dichiarato: "Il governo dovrebbe mettere in atto meccanismi chiari per evitare una ripetizione di questo episodio in futuro. [...] PepsiCo avrebbe dovuto scusarsi per le intimidazioni e le molestie degli agricoltori, e avrebbe dovuto essere anche penalizzata per aver adottato queste tattiche. In conclusione, dovrebbe anche pagare un risarcimento agli agricoltori denunciati".