Un delitto atroce, quello del 18enne Manuel Careddu, consumato sulle rive del lago Omodeo lo scorso 11 settembre. Per l’assurdo omicidio sono imputate ben cinque persone, due minorenni C.N e G.C., che ridono e cantano dopo il delitto. Insieme a loro anche altri tre maggiorenni: Christian Fodde, Riccardo Carta e Matteo Satta. E proprio ieri, di fronte al giudice del tribunale dei minori di Cagliari, Michela Capone, ha preso il via il processo per i due giovanissimi che al momento del tragico delitto avevano 16 e 17 anni. I maggiorenni saranno processati infatti il 5 giugno, nell’udienza che si terrà nel tribunale ordinario di Oristano.
Ieri il giudice del tribunale dei minori ha immediatamente rigettato le richieste dei difensori: nessun rito abbreviato legato a una perizia psichiatrica e alla trascrizione delle intercettazioni. E sempre ieri, nell’aula del tribunale cagliaritano (l’accusa è rappresentata dalla procuratrice Anna Cau e dalla sua sostituta Chiara Manganiello), sono state fatte ascoltare le intercettazioni ambientali effettuate dagli investigatori. Le voci vengono registrate all’interno dell’auto utilizzata per il delitto, dove i Carabinieri avevano piazzato delle microspie che sarebbero servite per un’altra indagine, legata al padre di uno dei presunti assassini. Dai dialoghi registrati nell’auto e andati in onda ieri in tribunale, si capisce chiaramente come la vittima sia stata attirata in una vera e propria trappola dai suoi “amici”.
Fondamentali le intercettazioni
Per ascoltare tutte le intercettazioni ambientali ci sono volute cinque ore. Nelle registrazioni si riconoscono chiaramente tutte le voci dei protagonisti. Anche quella del povero Manuel che, sempre incerto sul da farsi, chiede in continuazione il motivo di quel viaggio in auto e che non vuole salire sulla macchina.
Sembra turbato, probabilmente pensa che i suoi amici gli stiano tendendo una trappola, anche se poi alla fine quando la sua amica minorenne sale in auto si tranquillizza. La voce di Manuel è chiara e, durante l’udienza, la mamma del giovane Fabiola Balardi non regge all’emozione. Sentire la voce di suo figlio la sconvolge e, in lacrime, esce dall’aula del tribunale.
All’esterno trova la mamma e la sorella, che l’hanno accompagnata a Cagliari, e dopo qualche parola di conforto riesce comunque a rientrare, sedendosi affianco al suo avvocato.
Parole terribili
Sono momenti terribili quelli andati in onda ieri. Si sentono infatti i dialoghi di tutti i protagonisti. Ad eccezione della voce di Riccardo Carta, che aspettava gli amici proprio sulle rive del Lago Omodeo. Il debito che il gruppo ha nei confronti di Manuel è di 500 euro: una partita di droga non pagata. Durante il tragitto i suoi amici lo prendono in giro. Inventano una storiella sul tipo che gli avrebbe dovuto dare i soldi. Manuel è sempre più preoccupato, chiede spiegazioni. Forse teme per la sua vita.
Poi, improvvisamente, l’auto si ferma. Scendono in tre e si allontanano mentre la minorenne, G.C., rimane in auto. In questo lasso di tempo si consuma il delitto. La ragazzina non li vede perché sono coperti da un grosso cespuglio di macchia mediterranea. Ma capisce quello che è accaduto quando i suoi amici fanno ritorno. Sono solo in due e Manuel non c’è più.