Nonostante i rischi fossero abbastanza chiari fin dall'inizio, molte persone che hanno richiesto e incassato il reddito di cittadinanza vengono giorno per scoperti come soggetti che non ne avevano diritto. Una ultim'ora Ansa stavolta riporta il caso di un operaio edile di Cerignola, comune pugliese in Provincia di Foggia. Anche in questo caso si tratta di un soggetto che lavora in nero ed allo stesso tempo ha fatto richiesta di reddito di cittadinanza. Sussidio che l'Inps ha accolto ed erogato perché il richiedente risultava disoccupato. Il sito di informazione legale "laleggepertutti.it" mette in risalto le conseguenze a cui è adesso costretto a sottostare il "furbetto", oltre ad analizzare quali sono le pratiche più rischiose tra quelle che molti soggetti potrebbero utilizzare per riuscire a percepire lo stesso il sussidio pur non essendone meritevoli.
Il caso pugliese
Un cittadino di Cerignola, comune in Provincia di Foggia è stato segnalato all'Inps e denunciato alle autorità a seguito di un controllo dei Carabinieri e dell'Ispettorato del Lavoro. L'uomo è risultato colpevole di aver ottenuto il reddito di cittadinanza da lui richiesto e di lavorare in nero in un cantiere edile di Cerignola, dove è stato colto in flagrante. Ormai la cronaca è piena di casi simili, dalla Sicilia alla Toscana e adesso anche la Puglia. Soggetti che risultano disoccupati ma che lavorano in nero e che al reato di lavoro sommerso aggiungono l'indebita fruizione di un sussidio nato per aiutare le famiglie più povere e chi il lavoro davvero non lo ha.
Le conseguenze
Il lavoratore edile non in regola e beneficiario del sussidio adesso dovrà restituire per intero tutte le mensilità di reddito di cittadinanza incassate. Infatti la fattispecie di violazione è retroattiva e cancella il beneficio del sussidio ottenuto anche per i mesi precedenti. Inoltre scatterà una specie di interdizione per l'operaio in nero che non potrà più richiedere il sussidio per i prossimi 10 anni.
L'ammenda pecuniaria che in casi di lavoro nero in linea generale viene comminata solo all'imprenditore che detiene irregolarmente un lavoratore dipendente, per via del sussidio indebitamente percepito, adesso graverà anche sull'operaio. E sarà una sanzione piuttosto pesante, perché come riporta l'Ansa, il soggetto adesso dovrà versare 4320 euro di ammenda.
Tutte sanzioni largamente previste nel pacchetto normativo del reddito di cittadinanza fin dal suo varo. Oltre a questo la normativa prevede addirittura il carcere da 2 a 6 anni. Infatti essere scovato a lavorare significa aver dichiarato il falso in sede di presentazione della domanda oltre ad aver omesso di dichiarare elementi importanti per la concessione ed il calcolo del sussidio. La stragrande maggioranza dei casi di furbetti del reddito di cittadinanza di queste settimane riguarda il lavoro nero. Le sanzioni però non riguardano solo questa fattispecie di situazione illecita. Infatti le medesime sanzioni possono essere comminate anche a chi dichiarando il falso ed omettendo dati importanti riesce a percepire un sussidio più alto di quello effettivamente spettante.il caso del cosiddetto lavoro grigio è uno di questi, con lavoratori che sono regolarmente assunti e che dichiarano i loro redditi altrettanto regolarmente, solo che di comune accordo col datore di lavoro, parte dello stipendio è erogato fuori busta, per evitare tasse e aumento del reddito per il lavoratore.