Durante una puntata di "Realiti", su Rai 2, due cantanti neomelodici invitati hanno espresso le proprie "idee" in modo decisamente discutibile, non facendo mistero né della loro vicinanza al mondo dei clan, né tantomeno nascondendo il proprio disprezzo per i giudici Falcone e Borsellino. Per queste ragioni è stata annunciata un'indagine interna nella Rai, poiché le parole dei due sono state "indegne".

Le parole dei due cantanti neomelodici

Tutto è accaduto in prima serata su Rai 2, durante "Realiti", il nuovo programma condotto da Enrico Lucci. In trasmissione erano stati invitati due cantanti neomelodici molto giovani: Leonardo Zappalà e Niko Pandetta.

Pandetta è comparso in video. Si tratta del nipote di Turi Cappello, boss del clan omonimo ed ergastolano a Sassari. Il ragazzo ha raccontato tranquillamente che i testi delle sue canzoni in realtà sono scritte proprio dallo zio al 41bis, specificando poi che il primo cd lo ha finanziato tramite una rapina.

Zappalà invece era presente in studio. Ha solo 19 anni e si fa chiamare "Scarface". Durante il programma è stato mandato un video riguardante i due magistrati antimafia Falcone e Borsellino, uccisi da Cosa Nostra. Il ragazzo ha allora dichiarato che "queste persone" hanno fatto alla fine delle scelte di vita e ne conoscevano le conseguenze. "Come ci piace il dolce ci deve piacere anche l’amaro”.

A quel punto Lucci è intervenuto, invitando il ragazzo a studiare la storia e i fatti, ma ottenendo scarsi risultati.

Avviata un'indagine interna

Lucci ha poi spiegato che lui si limita a condurre il programma e non invita nessuno, non essendo autore, ma che stavano affrontando la questione dei cantanti neomelodici e perciò è stato invitato quel "ragazzetto" che ha idoli orribili.

Viale Mazzini ha però definito "indegne" le parole andate in onda, e ha quindi annunciato che avvierà un'indagine interna per comprendere l'accaduto. Fabrizio Salini, amministratore delegato, ha anche commentato che è stata una "situazione inaccettabile, che non può e non deve accadere". Ha ribadito quindi la necessità del fatto che la tv pubblica si faccia garante di legalità, e pertanto ha chiesto scusa a tutti, in particolare ai famigliari delle vittime e ai telespettatori.

A detta di Alberto Barachini, presidente della Vigilanza Rai, l'accaduto è una grave offesa alla memoria di due luminosi esempi della storia italiana, ed è stata evidente anche una mancanza di controllo sui contenuti e in particolare sugli ospiti. Infine è intervenuta anche la deputata Laura Paxia (M5S), membro della commissione di vigilanza, che ha affermato di ritenere inopportuno invitare persone che si vantano di essere nate lo stesso giorno di Al Capone e che hanno anche l'ardire di farsi chiamare "Scarface".