La morte del carabiniere Mario Cerciello Rega avvenuta a Roma pochi giorni fa, sta scatenando sul web numerosi commenti, anche da parte di personaggi famosi che si esprimono pubblicando post su Facebook a riguardo. "Non so se sono stranieri o meno, in tal caso che il carcere se lo facciano a casa loro" ha scritto Di Maio, "lavori forzati in carcere", ha postato il leader leghista Salvini.
Uno dei messaggi a riguardo che sicuramente sta facendo discutere è quello dello scrittore e giornalista Roberto Saviano, che tramite i suoi canali ufficiali ha commentato la faccenda soffermandosi sulle dinamiche che hanno condotto alla morte dell'uomo, un vicebrigadiere di soli 35 anni, che ha perso la vita per otto coltellate che gli sono state inflitte da uno studente americano. Il post è stato scritto dopo i primi rumors che ipotizzavano che gli assassini fossero nordafricani, notizia smentita dopo accurate indagini degli inquirenti.
Il post di Saviano: l'analisi della vicenda del giornalista
Saviano constata nel suo post che i carabinieri non sono intervenuti con violenza, ma con la "prudenza del diritto", cercando di capire chi avessero di fronte e sperando di risolvere la faccenda senza ricorrere alla violenza. Tale comportamento delle forze armate riscontra l'approvazione di Roberto Saviano, che aggiunge poi: "si è comportato da carabiniere, ed ha pagato con la vita" ovviamente riferendosi al trentacinquenne morto. Saviano vive "Tra i carabinieri - come specifica ancora nel suo post - da ben 13 anni ed ha potuto sentire a caldo i commenti dei colleghi dell'uomo".
'Vicenda strumentalizzata per alimentare il razzismo'
Il giornalista, al termine della sua analisi su Facebook, rivolge le accuse agli esponenti politici che stanno strumentalizzando la vicenda per alimentare il razzismo e le rivolte contro l'accoglienza dei migranti nel territorio nazionale.
"La morte del carabiniere è territorio saccheggiato da propaganda - scrive infatti, - non si può utilizzare l'accaduto come strumento contro i migranti, facendo leva sui più deboli, distogliendo l'attenzione sui crimini commessi dagli stessi politici, i sentimenti razzisti non hanno ragione di esistere - e continua con un esempio calzante - quando la camorra uccide non si possono incolpare tutti i campani". Proprio allo stesso modo bisognerebbe agire in questi casi, non facendo di tutta l'erba un fascio ma condannando solo l'artefice materiale dell'accaduto. Nonostante ciò, a conclusione del suo lungo messaggio postato nella sua bacheca, lo scrittore di Gomorra fa un passo indietro cercando di mettersi nei panni di chi non riesce a fare un'analisi oggettiva del fatto: "Non è semplice - scrive - ma bisogna comprendere la situazione del nostro Paese, ed il sacrificio compiuto da un uomo che ha rispettato le leggi del proprio Paese, di un uomo caduto mentre stava agendo rispettando il giuramento che ha prestato".
Rita Dalla Chiesa: 'Si vergogni'
Arrivata dopo qualche ora la replica della giornalista Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (ucciso dalla mafia), che ha invitato il giornalista e scrittore a vergognarsi di quanto scritto: "Dopo quello che ha scritto gli uomini della sua scorta dovrebbero ribellarsi e lasciarlo solo". Inoltre l'ex conduttrice ha pubblicato su Instagram: "chi tra colui che ha sferrato le coltellate (sottolineando nordafricano) e Saviano è più criminale?"