La tragedia, avvenuta la notte del 25 luglio 2019 nel quartiere Prati, è ormai sulle pagine di tutti i quotidiani dei due paesi coinvolti. I funerali del vice brigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso secondo l'autopsia con ben 11 coltellate con un coltello da Marines, si è tenuto oggi a Somma Vesuviana. La chiesa di Santa Maria del Pozzo era colma di persone strette nell'affetto per le esequie del carabiniere. La stessa chiesa dove, poco più di un mese fa, il giovane carabiniere si era sposato.Gli applausi commossi dei numerosi partecipanti hanno accompagnato il feretro avvolto dal tricolore.

In queste ore di commiato si accendono le polemiche per la foto dell'americano bendato

È stata diffusa nelle scorse ore una foto che ha ormai fatto il giro del mondo: l'americano Christian Gabriel Natale Hjort viene ritratto su una sedia della caserma, bendato e immobilizzato con le mani dietro la schiena. A nulla pare siano valse le immediate giustificazioni del responsabile, il quale ammette di aver bendato il presunto complice nell'assassinio per pochi minuti e soprattutto per evitare che vedesse elementi legati all'inchiesta che apparivano in quel momento su alcuni schermi nella stanza. L'Arma dei Carabinieri ha fatto sapere sin da subito che quanto si è verificato rappresenta un fatto particolarmente grave, ha condannato con forza l'accaduto e il militare responsabile, nel frattempo, è stato già individuato e trasferito.

Naturalmente la versione dei fatti è già al vaglio della Magistratura.

La possibilità di un 'effetto boomerang'

Sebbene il procuratore generale presso la corte d'appello, Giovanni Salvi, abbia subito chiarito che non c'è stata alcuna costrizione nella confessione dell'assassinio, la foto è innegabilmente una "bomba ad orologeria" la quale rischia, secondo alcuni, di minare l'impianto del processo.

La foto ha ormai fatto il giro del mondo e si trova sulle pagine dei principali quotidiani internazionali. È evidente che, oltre all'importante danno d'immagine possano esistere dei rischi tangibili: alcuni ventilano l'annullabilità della confessione, altri addirittura parlano di possibilità d'estradizione. Le parole rilasciate alla stampa dal celebre penalista americano Alan Dershowtiz sono emblematiche: “Gli avvocati italiani dei due arrestati potrebbero subito rivolgersi alla Corte di Giustizia e alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo, usando la foto come la prova di un trattamento che viola la legge per bloccare o annullare il processo”.

Esiste un grosso rischio di attriti diplomatici tra Italia e USA: sebbene solitamente non venga richiesta l'estradizione a paesi alleati, la foto dell'indagato immobilizzato e il conseguente impatto mediatico potrebbe spingere l'America verso una protesta formale. I principi desumibili dall'ordinamento italiano e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo sono inviolabili, resta purtroppo l'amarezza di una vita spezzata per una storia di droga e di pochi euro.