Dalla tarda serata di sabato sta facendo il giro del web una foto in cui uno dei due ragazzi, coinvolti nell'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega, si trova all'interno di una caserma dei Carabinieri con gli occhi bendati, ammanettato con le mani dietro la schiena e con il capo chino. Un'immagine forte, postata in esclusiva da La Stampa, che sta destando diverse reazioni, tra queste è arrivata quella di Enrico Mentana. Il giornalista con un post su Instagram, ha voluto esprimere il proprio punto di vista critico sul fatto, pur mettendo in evidenza due premesse mirate a scacciare via eventuali speculazioni sul suo punto di vista.

Carabinieri apriranno inchiesta interna

Il ragazzo ritratto nella foto che è diventata virale in poco tempo è Natale Hjorth. Da quello che si sa non è lui l'esecutore materiale dell'omicidio del vice-brigadiere, considerato che il reo confesso è il connazionale. Al momento è noto che l'arma dei Carabinieri aprirà un'inchiesta interna per capire cosa è successo per arrivare al punto in cui in una caserma ci stato il pretesto per bendare una persona. Il Fatto Quotidiano riporta, inoltre, le parole del comandante generale Giovanni Nistri che, senza giri di parole, ha definito le circostanze riassunte dallo scatto "un fatto molto grave". Ha, inoltre, manifestato la necessità di individuare i responsabili.

La spiegazione che sarebbe stata data, secondo le indiscrezioni, svelerebbe che quanto fatto sarebbe stato oggetto della necessità di impedire al ragazzo la visione di fascicoli riservati. E secondo quanto riportato, sempre da Il Fatto Quotidiano, il carabiniere che avrebbe materialmente bendato Hjort sarebbe in corso di trasferimento verso un reparto non operativo

Mentana parla di "vergogna"

Sulla vicenda è intervenuto Enrico Mentana che, su Instagram, ha scelto di postare articolando il proprio pensiero in tre punti.

Il primo lo ha riservato alla vittima. "Cerciello Rega - ha scritto" era un uomo d'oro" ha scritto il direttore del Tg di La 7, traendo spunto dalle innumerevoli narrazioni che raccontano come la vittima fosse una persona con una grande predisposizione alla solidarietà e con un grande senso del dovere professionale.

Il secondo, invece, ha scelto di dedicarlo agli autori del gesto delittuoso, sottolineando che "chi l'ha ucciso ha compiuto un atto bestiale".Premesse probabilmente dettate dall'esigenza di stroncare sul nascere qualsiasi tipo di speculazione in vista di ciò che avrebbe detto al punto numero tre.Sulla base di quello che è lo scatto controverso divenuto di dominio pubblico nelle ultime ore ha scritto: "Questa foto del ragazzo bendato e ammanettato è una vergogna per lo stato di diritto ed un boomerang processuale".