Quante volte ci siamo sorpresi dell'apparizione di pubblicità online riguardanti esattamente l'argomento che ci interessava? Ebbene, a quanto sembra non era soltanto suggestione, ma qualcosa di strano dietro c'è davvero. Infatti ora Google riceverà una mega multa per aver spiato gli utenti di Youtube con un'età inferiore ai 13 anni. A quanto sembra, le informazioni raccolte venivano utilizzate per inviare pubblicità mirate.

La multa a Google

In arrivo una multa milionaria per Google. Non si sa ancora a quanto ammonterà la cifra, ma sembra certo che sarà davvero grande.

A quanto risulta dalle indagini, infatti, uno dei più grandi giganti del web è stato ritenuto colpevole di aver violato il COPPA. Questa è una legge che tutela tutti i giovani utenti con un'età inferiore ai 13 anni, e che impedisce che costoro siano tracciati tramite il "targeting" commerciale, il meccanismo che appunto permette di inviarci pubblicità mirate per noi quando siamo connessi.

La sentenza di condanna è stata emessa dalla Federal Trade Commission, l'autorità degli Stati Uniti che ha il compito di tutelare i consumatori. Stando a quanto rivelato dal Washington Post, sembra infatti che Youtube (controllato appunto da Google) spiasse i bambini e raccogliesse i dati dei piccoli per spedire loro pubblicità in streaming.

Accolta dunque la richiesta di alcune associazioni e di ben venti studi legali di condannare il colosso del web. Ora la vicenda passerà al dipartimento di giustizia americano che dovrà stabilire l'ammontare della multa. Nonostante Youtube abbia sempre sostenuto di non fare cose simili, questa sentenza conferma che le cose stanno in modo ben diverso.

Controlli in aumento, ma multe che rischiano di essere troppo piccole per spaventare i colossi del web

I controlli da parte degli utenti e soprattutto dalle istituzioni ai giganti del web sono in aumento. In teoria, infatti, le informazioni personali dovrebbero sempre essere protette con scrupolosità. Appena un mese fa Facebook è stato condannato con una multa di 5 miliardi di dollari a causa del caso Cambridge Analytica, in cui aveva appunto passato informazioni.

All'inizio di quest'anno, invece, l'app cinese TikTok ha dovuto sborsare 6 milioni sempre per una multa. Anche in questo caso la si è ritenuta colpevole di aver raccolto dati su minori di 13 anni.

Il sospetto però che si avanza sempre in questi casi è se queste multe siano abbastanza grandi da spaventare i giganti del web, così come confermato da Lindsey Barrett, docente all’Università di Georgetown. Perché seppure siano sanzioni che vedono grandi cifre, è ben noto il fatto che queste aziende ottengono fatturati faraonici, in cui simili esborsi rischiano di diventare dei semplici bruscolini.