Per la prima volta la Guardia di Finanza di Genova ha reso pubblico un video in cui si vede con chiarezza il drammatico momento del crollo del Ponte Morandi di un anno fa. Basandosi sulle immagini, gli esperti hanno potuto affermare che le ipotesi dell'accusa sono del tutto fondate.

Emergono nel frattempo nuovi dettagli preoccupanti. A quanto sembra, sin dagli anni 80 si vociferava di una possibile demolizione del ponte, ma poi Autostrade per l'Italia aveva deciso di mettere in atto dei lavori di ristrutturazione. Lavori, però, che a causa di continui rinvii non sono mai stati conclusi, con le tristi conseguenze che ora conosciamo.

L'unico video del crollo del Ponte Morandi

Per la prima volta la Guardia di Finanza ha rilasciato un video (a quanto ne sappiamo l'unico) che mostra il momento esatto del crollo del Ponte Morandi (quello qui presente è stato pubblicato da Repubblica). Il video arriva dalle telecamere di sicurezza della FerroMetal, un'azienda che aveva dei capannoni proprio sotto al ponte. L'incredibile testimonianza in diretta è stata rivelata stamattina, dopo essere stata desecretata dalle forze dell'ordine.

Le drammatiche immagini rivelano che le ipotesi dell'accusa sembrano essere fondate. Tutto inizia, infatti, quando i tiranti della pila 9 si spezzano improvvisamente. A quel punto, inevitabilmente, la struttura non può più reggere il peso, e l'intero tratto autostradale della A10 crolla.

Ricordiamo che in quel disastro, avvenuto il 14 agosto 2018, persero la vita 43 persone.

Confermate ipotesi dell'accusa

Le perizie sono ancora in corso, ma, a quanto sembra, questo video conferma pienamente le ipotesi degli inquirenti. Il crollo si sarebbe infatti verificato a causa del cedimento dello "strallo", proprio quello sud/ovest, a lungo ritenuto il possibile punto debole della struttura.

Secondo l'accusa, infatti, il disastro sarebbe scaturito dalla corrosione dei cavi interni.

A quanto sembra, Riccardo Morandi in persona, negli anni 80, aveva già espresso la propria preoccupazione proprio su questo punto. E quindi, nel 1993, si era andati a fare un lavoro di manutenzione sul pilone numero 11, mentre gli altri non erano stati toccati.

Sembra che poi Autostrade per l'italia aveva messo in campo 20 milioni per la manutenzione dei tiranti del 9, quelli che poi sarebbero crollati. Questi lavori erano inizialmente previsti per il 2015, ma a causa di alcuni ritardi non sono mai stati fatti.

Oltre 70 persone al momento sono indagate per omicidio colposo plurimo, disastro e anche attentato alla sicurezza dei trasporti. Un'ipotesi dell'accusa, inoltre, sembra far emergere che i report sulle condizioni del viadotto furono modificati per far apparire la situazione meno grave. In tutto questo, continua intanto il lavoro del governo che ha promesso di revocare la concessione delle autostrade al gruppo Atlantia, che gestisce appunto Autostrade per l'Italia.