Giallo a Gavardo, popoloso comune della Valle Sabbia, in provincia di Brescia. Nella notte tra sabato e domenica è stata profanata la tomba di Francesco Persavalli, benzinaio del paese scomparso a causa di un male incurabile 18 anni fa.

La Procura ha aperto un'inchiesta (contro ignoti) e ha avviato un'indagine. Anche se al momento non vi sarebbero nessi specifici, non si esclude che il sacrilego gesto possa essere legato al misterioso suicidio del fratello ed a un duplice omicidio avvenuto nel 1992.

La tomba profanata

La macabra scoperta è stata fatta domenica mattina, poco dopo le ore 8, da una donna in visita al cimitero.

La signora, suo malgrado, si è ritrovata di fronte a una lapide divelta e sbriciolata e a una bara estratta dal loculo, con la cassa aperta all'altezza del petto. All'interno, un corpo ormai mummificato. Le sue urla hanno richiamato l'attenzione del custode del cimitero che, subito, è intervenuto e ha chiamato le forze dell'ordine.

Sul posto sono così intervenuti i carabinieri di Gavardo, gli uomini della compagnia di Salò e gli agenti della Sis, la Sezione investigativa scientifica. Il corpo riesumato appartiene a Francesco Persavalli, deceduto nel 2001 all'età di 63 anni. Un uomo dalla condotta irreprensibile e dalla vita senza ombre.

Il pm Francesco Carlo Milanesi ha deciso di aprire un fascicolo per violazione di sepolcro.

Secondo quanto ricostruito finora qualcuno è entrato nel cimitero di Gavardo scavalcando i cancelli e, con mazze e picconi, ha distrutto la lapide. La cassa in legno e quella in zinco, invece, sono state segate con precisione. I drappi sono stati spostati, ma il corpo non è stato toccato. Come chiarito dall'ispezione cadaverica, infatti, la salma era integra, senza segni di scempio.

Vecchi misteri

La profanazione della tomba di Francesco Persavalli è un vero e proprio mistero; secondo gli inquirenti potrebbe essere parte di un piano preciso e ben studiato. Esclusa la pista del rito satanico e del furto (la vedova ed il figlio hanno spiegato di non aver sepolto, insieme al proprio caro, oggetti di valore), si è avanzata l'ipotesi, agghiacciante, che si sia voluta controllare la salma.

Per cercare un movente, si è quindi deciso di scavare nel passato del defunto. Il fratello del benzinaio, Riccardo Persavalli, venne rinvenuto nel gennaio 1993 senza vita lungo l'argine del Chiese, tra Gavardo e Prevalle. All'epoca, l'inchiesta venne archiviata come suicidio (si sarebbe sparato un colpo alla testa con una pistola rudimentale), ma non tutti i dubbi furono chiariti. L'uomo infatti, era molto legato a Giorgio e Marco Mandolesi, padre e figlio (rispettivamente di 42 e 23 anni) trovati morti - uccisi anche loro da un colpo di pistola alla testa - esattamente un mese prima, tra Castiglione delle Stiviere e Carzago. I due che operavano nel settore odontoiatrico erano presunti ricettatori d’oro.