‘Per il mondo della motonautica Fabio Buzzi era semplicemente un mito, uno che sul finire degli anni '80 fece vincere un certo Stefano Casiraghi (anch’egli morto in un incidente di offshore, ndr). Per questo il prossimo week end tutte le manifestazioni in programma verranno annullate’. È commosso Floriano Omoboni, ex pilota e ora grande esperto di offshore per diverse trasmissioni, nel ricordare Fabio Buzzi, l’imprenditore di Lecco e pilota offshore esperto, morto ieri a Venezia in un incidente nautico dove hanno perso la vita anche altre due persone, Luca Nicolini e il pilota inglese Eric Hoorm. Ferito gravemente nell'incidente un altro pilota italiano, Mario Invernizzi, che è stato successivamente trasportato in ospedale.

Omoboni ricorda Fabio Buzzi: 'Era l'Archimede dell'offshore, un mito per tutti noi'

Fabio Buzzi, da tempo, cercava il record della traversata tra Montecarlo e Venezia, record che apparteneva allo stesso Buzzi e registrato tre anni fa. “Dovete sapere questa, per noi esperti del settore, è una traversata mitica. Paolo voleva chiudere in bellezza una carriera fatta di successi. Da Montecarlo a Venezia unisci il glamour del Principato con il mito della Laguna”.

È proprio il noto conduttore tv a raccontare a BlastingNews i dettagli di questa traversata da sogno che per l’ingegnere lombardo si è trasformata, alla fine, nell’ultimo capitolo di un libro vincente. “Da Montecarlo si scende lungo tutto lo Stivale, si arriva a Messina, si passa lo Stretto siciliano e poi si risale per l’Adriatico”.

Tutto avviene al massimo della velocità: si parte dal Principato e si cerca di arrivare a Venezia nel minor tempo possibile. Tutto d’un fiato, quasi un giorno intero a oltre 140 km orari. Senza soste, senza pause nel mezzo del mare. “Paolo, nonostante l’età, era ancora in grande forma e stava bene. Mi era capitato di vederlo - ha proseguito il telecronista - tempo fa ad un Salone Nautico e l’avevo trovato molto bene.

Aveva già provato a battere il suo record in altre circostanze, ma non ce l’aveva fatta perchè l’impresa è veramente molto complicata, difficile, quasi al limite dell’impossibile. Era l’ultimo traguardo di una vita passata tra i cantieri navali e il mare” le parole del giornalista. “Conoscevo l’ingegner Buzzi da molti anni, ho avuto il piacere e l’onore anche di correre con lui quando avevo iniziato questa carriera, ma lui era il top e io un giovane aspirante pilota” ha proseguito Omoboni.

Omoboni: 'Forse un problema alla vista del pilota alla base dell'incidente di Venezia'

Nel corso degli anni le due carriere si sono separate: Buzzi era diventato un ingegnere nautico di fama mondiale, mentre Floriano Omoboni ha proseguito la sua carriera sul piccolo schermo ed è diventato un grande esperto di offshore.

“Nelle mie trasmissioni e nel nostro mondo avevamo definito Fabio Buzzi come l’Archimede delle barche, ne aveva prodotte tantissime ed erano tutte sempre all’avanguardia”. Nella sua lunga carriera gli era rimasto questo record, la traversata Montecarlo - Venezia che in tanti, in questi anni, avevano provato a battere. Ieri sera lo schianto contro la lunata, una diga di massi all’ingresso di Porto di Lido. Oltre a Buzzi, sono morti l’amico Luca Nicolini e un meccanico della Ftp, l’azienda che si occupa di motori per applicazioni marine. Ma cosa può essere accaduto in quel momento? “Da quello che so l’ingegner Buzzi aveva dei problemi alla vista, io mi sono fatto l’idea che possa essere stato ingannato anche dalla visibilità che in quel momento (l’incidente è avvenuto poco dopo le 21, ndr) è minore rispetto alle ore del giorno” rivela il cronista.

Il sogno di Fabio Buzzi si è infranto contro una diga di massi dopo una prova durissima di quasi 19 ore e 1200 miglia percorsi. La stanchezza ha probabilmente pesato sul fisico di quell’ingegnere classe 1943 che con la sua azienda, l’Fb Design, ha portato il suo marchio in tutto il mondo nella costruzione di scafi agonistici e per il settore militare. “Chi voleva la barca migliore andava nella sua azienda a Lecco” ricorda Omoboni.

Offshore, la luminosa carriera di Fabio Buzzi

Una carriera lunghissima partita proprio da Lecco nel 1974, anno di costruzione del suo primo scafo da corsa e poi la ricerca sulle fibre di carbonio e come utilizzarle in mare. Il primo record mondiale arriva nel ‘78 con il record mondiale nella classe S.4 quando furono superati i 176 chilometri orari”.

Le gare in barca non gli pesavano, quasi ogni week end era impegnato nelle gare. ‘D’altronde - ricorda Omoboni - la sua carriera è stata molto lunga e ricca di successi”. Nove i titoli mondiali vinti nell'Offshore e del Superboat e altrettanti i record mondiali di velocità stabiliti dall’Archimede della nave. Prima di trovare la morte nella traversata Montecarlo - Venezia, Buzzi aveva stabilito record su record, come quello del primato di velocità la Montecarlo-Londra, sulla Miami-Nassau-Miami e sul giro della Gran Bretagna. Sette anni fa aveva conquistato il record di velocità tra New York e le Bermuda e quello tra Montecarlo e Venezia, del 2016. I record di Buzzi sono anche all’interno dei confini italiani come il primato stabilito sul Lago di Como (velocità di quasi 280 chilometri orari con un motoscafo a diesel).

Da sogno anche la sua carriera da costruttore dove ha vinto 52 campionati del mondo offshore, 22 europei, 27 italiani, 40 record di velocità e 7 Harmsworth Trophy."Non mi sono mai vantato di essere un grande pilota, mi reputo piuttosto un discreto progettista", aveva dichiarato Buzzi in una delle sue ultime interviste.

Morte Buzzi, il cordoglio di Assonautica e l'interruzzione di tutte le attività

Come detto, tutte le manifestazioni del week end della nautica sono state sospese in segno di lutto. "Questa è una morte che non colpisce soltanto il nostro settore, ma un lutto che colpisce lo sport italiano e la motonautica intera”, commenta Alfredo Malcarne, presidente di Assonautica. “Oltre a Buzzi, sono scomparsi due uomini esperti, grandi appassionati di mare e di velocità ci lasciano in un atto che resta parte dello sport, pur nel suo tragico epilogo”.