L'attacco turco in Siria, iniziato mercoledì 9 ottobre, continua a suscitare polemiche. Stavolta, però, le critiche non investono direttamente Erdogan (presidente turco) ma Demiral e Under, giocatori turchi e rispettivamente difensore della Juventus e centrocampista della Roma. La motivazione? Aver appoggiato, attraverso i loro profili Twitter, l'attacco turco.

Il primo a esporsi è stato Demiral, seguito poi da Under

Il primo endorsement è arrivato dal difensore della Juventus Demiral nella giornata di ieri. In particolare, il difensore ha pubblicato sul suo profilo Twitter una foto di un militare con alle spalle un carro armato con bandiera turca; all'interno della foto campeggia una scritta in cui si accusano i curdi di essere una associazione terroristica (ovvero la motivazione ufficiale dell'attacco di Ankara).

Il tutto accompagnato dalla scritta "operazione di pace" (nome che Erdogan ha assegnato all'operazione bellica in corso contro i curdi in Siria) posta come didascalia. Centinaia i commenti al post: c'è chi chiede al difensore di cancellare il post e chi chiede alla Juventus di licenziare il giocatore. Tra le tante voci contrariate spicca quella dell'ex centrocampista bianconero Marchisio, che su Facebook ha espresso il suo appoggio alla popolazione curda (definendo l'attacco turco come una "vergogna per la comunità internazionale"). La Juventus comunque, non ha ancora preso alcuna posizione.

Un altro endorsement è arrivato oggi da Under, calciatore turco che milita nella Roma. Esso ha postato su Twitter la sua esultanza con saluto militare accompagnato in didascalia da tre bandiere turche.

Anche in questo caso sono centinaia i commenti critici: c'è chi lo esorta a lasciare l'Italia per andare a combattere e chi, come nel caso di Demiral, chiede alla Roma il licenziamento del giocatore. Anche in questo caso, tuttavia, la Roma non ha ancora commentato le parole del suo tesserato.

Siria: la libertà di opinione e l'arte del saper tacere

Nelle ultime ore tutta la comunità internazionale si è schierata in difesa della popolazione curda. Una delle ultime nazioni a dichiarare la loro contrarietà alla Turchia è stata la Russia di Putin. Tutti riconoscono il contributo decisivo dei curdi nella lotta contro lo Stato Islamico, così come tutti riconoscono che la guerra, a prescindere da come la si chiami, non è mai portatrice di pace.

Di fronte alla distruzione e al sangue non ci si può fermare ad atteggiamenti di semplice tifoseria. E se questi atteggiamenti arrivano da parte di calciatori noti, essi sono quanto meno inopportuni. Perché tutti siamo a favore della libertà di opinione, ma certe volte anche un bel silenzio non guasterebbe.