Fedez ha voluto esprimere soddisfazione per l'esito della sentenza del processo 'Cucchi Bis'. Venerdì scorso la Corte d'Assise di Roma ha infatti pronunciato la sentenza del secondo processo per la morte di Stefano Cucchi. I carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, ritenuti responsabili del pestaggio che causò il decesso dell'allora 31enne geometra romano, sono stati condannati ad una pena di 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale.
'Lei dice che Cucchi è morto disidratato, io muoio disidratato perché questa non me la bevo'
La sentenza ha ovviamente suscitato reazioni positive da parte dei tanti che non avevano mai creduto alla prima versione dei fatti, in molti sui social hanno condiviso in segno di protesta vecchie dichiarazioni dei politici che in passato avevano nettamente escluso l'ipotesi che il ragazzo fosse stato effettivamente pestato dagli appartenenti alle forze dell'ordine.
Tra questi anche Fedez, che nel commentare l'esito della sentenza ha voluto ricaricare sui suoi social il video di uno scontro televisivo avuto con Giovanardi – una delle tante figure nel panorama politico che aveva respinto pubblicamente l'ipotesi del pestaggio – nel 2014, durante cui si era rivolto al parlamentare con queste parole: "Lei ha dichiarato che Stefano Cucchi è morto disidratato, io muoio disidratato perché certe ca...e non me le bevo".
Fedez: 'Un pestaggio talmente violento che si spezzarono i manganelli'
Fedez, nel commentare l'esito del processo, ha voluto dedicare un pensiero alla famiglia di Federico Aldovrandi, protagonista di una vicenda giudiziaria che presenta molte analogie con quella di Cucchi, e nel corso degli ultimi anni ha suscitato altrettanto clamore mediatico, queste le sue parole:
"Era il 2014, il mio interlocutore era l'Onorevole Giovanardi (nel suo messaggio Fedez ha virgolettato il termine 'onorevole', ndr).
Cinque anni dopo quella discussione in TV, nonostante diversi tentativi di depistaggio, è stata finalmente fatta giustizia.
Il merito è solo della determinazione della famiglia di Stefano, che ha dovuto combattere contro le istituzioni, i mestieranti della politica ed un certo tipo di giornalismo.
La famiglia di Federico Aldrovandi non è stata così 'fortunata', quando ha dovuto assistere alla lettura di una condanna di soltanto tre anni e sei mesi (che sono stati poi ulteriormente ridotti con l'indulto) per gli assassini di loro figlio per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi, una sentenza che ha sostanzialmente legittimato un pestaggio che ha portato allo schiacciamento dei testicoli di Federico, con i manganelli che si erano addirittura rotti, tanta era stata la violenza dei colpi.
Il mio pensiero oggi va alla famiglia di Federico".
La citazione di De André
Fedez ha poi concluso il suo messaggio citando un passaggio di una storica canzone di Fabrizio De André, 'Il Blasfemo', due versi che in questi anni hanno spesso accompagnato i messaggi pubblici in favore di Stefano Cucchi e della sua famiglia, ovvero: "Non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte / Mi cercarono l'anima a forza di botte".
Le condanne di Tedesco e Mandolini
Il carabiniere Francesco Tedesco, imputato e allo stesso tempo super testimone del processo, è stato invece condannato alla pena di 2 anni e 6 mesi per falso: era stato infatti accusato di aver intenzionalmente modificato il verbale di arresto di Cucchi.
Con la medesima motivazione il maresciallo Roberto Mandolini, che il giorno del pestaggio era al comando della stazione Appia, è stato invece condannato ad una pena di 3 anni e 8 mesi, inclusiva anche dell'interdizione da tutti i pubblici uffici, valida per cinque anni.