Mentre alcuni contano i danni causati dal maltempo a Venezia, altri danno vita alle prime polemiche. Una domanda, in queste ore, regna sovrana. Ci si chiede se il Mose abbia funzionato come doveva oppure no, ma anche se i 7 miliardi spesi per costruirlo siano serviti a qualcosa o siano stati soldi spesi male. Per comprendere bene la preoccupazione dei veneziani e non solo, ma soprattutto per comprendere al meglio la polemica, è bene capire in primis cosa sia il Mose, cosa sia accaduto negli ultimi anni e cosa ci si aspettava. Nel frattempo la città fa i conti con l'acqua e cerca di proteggere al meglio i suoi monumenti storici.

La Basilica di San Marco ad esempio è stata allagata per la sesta volta negli ultimi 1200 anni. La prima ondata della marea ha invaso il nartece, ovvero la parte iniziale della chiesa. I settanta centimetri d'acqua giunti in Basilica hanno sommerso i mattoni e bagnato le colonne oltre a danneggiare anche i marmi che erano stati sostituiti di recente.

Che cos'è il Mose di Venezia e come funziona

Che cos'è Il Mose per Venezia e a cosa dovrebbe servire? Il Mose, ovvero il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, non è altro che un'opera ingegneristica pensata già a partire dagli anni ottanta e realizzata per separare la laguna veneta dal Mare Adriatico e proteggere la città e i suoi monumenti dagli allagamenti.

I lavori per la sua realizzazione sono iniziati nel 2003 sotto il Governo Berlusconi, ma non sono ancora terminati. Si calcola che possano terminare solo a fine 2021. Questa la data per il completamento anche degli ultimi esperimenti. In teoria i lavori veri e propri potrebbero finire, però, già a giugno 2020. Almeno è questo il tempo che è stato previsto nell'ultimo bilancio del Consorzio.

Secondo il progetto, il Mose, dovrebbe essere composto da circa 78 paratoie mobili installate nelle tre bocche di porto lagunari, ovvero: Lido, Malamocco e Chioggia. Ad ottobre 2014 sono state sollevate per la prima volta quattro delle settantotto paratie.

L'operazione di realizzazione di questo 'marchingegno' secondo i progettisti sarebbe dovuta terminare nel 2016, ma negli anni è accaduto di tutto.

Nello stesso anno in cui sono state sollevate le prime quattro paratie, infatti, il Consorzio Venezia Nuova, ovvero il consorzio concessionario del ministero delle infrastrutture per la realizzazione dei lavori, è stato commissariato. Vari membri sono stati coinvolti nelle indagini della magistratura per l'arrivo di alcuni fondi illeciti. Da quel momento, quindi, vari commissari hanno preso in mano la situazione. Ciò ha inevitabilmente allungato i tempi di fine lavori causando non pochi intoppi.

In molti si sono infine domandati a che punto sia l'opera oggigiorno. Ebbene secondo i documenti ufficiali già nel luglio 2018 l'opera era completa al 93%. C'è però chi dice che ci si trovi solo all'85% proprio perché nel frattempo alcuni materiali si sono deteriorati e bisognerebbe sostituire alcuni pezzi arrugginiti.

Mose: la polemica

A fronte dei soldi pubblici spesi, in molti non credono che il congegno studiato sia davvero servito a qualcosa. L'acqua alta ha invaso la città e creato ingenti danni. La preoccupazione per i monumenti storici, per i quali arriva in Laguna gente da tutto il mondo, è molto alta. Il non sapere quali danni abbia riportato l'amatissima Basilica ha generato moltissimi commenti da parte di veneziani furiosi pronti a chiedersi quale capacità erosiva potesse avere l'acqua del mare e come I muri e i vari marmi potessero sopportare il contatto con l'acqua salata dell'Adriatico.

In generale i commenti comparsi sui social, sotto le foto riguardanti Venezia, sono ricchi di rabbia e desolazione.

Secondo i più il Mose avrebbe ormai dovuto difendere la città ed evitare che tutto ciò accadesse.

Tanti veneziani hanno sottolineato le spese pubbliche sostenute per qualcosa ancora di incompleta e soprattutto, a loro avviso, davvero inefficace.