Ottime notizie per la nave Sea Watch 3. Il Tribunale di Palermo infatti ha statuito il dissequestro amministrativo dell'imbarcazione che lo scorso giugno era stata bloccata dalla procura di Agrigento dopo la pericolosa manovra del comandante Carola Rackete, che per far sbarcare i migranti sulla terraferma decise di violare il decreto sicurezza. A darne l'annuncio è il profilo Twitter dell'organizzazione internazionale.

La decisione del Tribunale di Palermo

La nave Sea Watch 3 potrà tornare a solcare i mari. In sede civile il Tribunale di Palermo si è pronunciato infatti sul dissequestro amministrativo dell'imbarcazione.

I pm lo scorso 25 settembre avevano già disposto il dissequestro penale in quanto erano venute mene le esigenze cautelari, e ad oggi restava solamente il sequestro amministrativo, fondato sulle violazioni del divieto di ingresso nelle acque territoriali che era stato imposto dalle autorità italiane in attuazione del Decreto Sicurezza Bis.

A dare la notizia è la stessa Sea Watch Italia che su Twitter sottolinea come, dopo oltre cinque mesi bloccati a Licata, si apprestano a tornare in mare. "La giustizia trionfa sull'(ex) decreto sicurezza". Era il 28 giugno quando la nave, sotto la guida della comandante Carola Rackete, aveva forzato il blocco per sbarcare sulla terraferma, mettendo in salvo la vita delle persone a bordo, stremate dopo la lunga permanenza in nave.

Il comunicato della Sea Watch

I legali di Sea Watch sottolineano come la decisione del tribunale di Palermo non ha fatto che constatare che il sequestro avesse cessato del tutto i suoi effetti.

L'avvocato Lucia Gennari spiega infatti che la legge stabilisce che chi è proprietario di un bene sequestrato può fare opposizione all'autorità competente, che in questo caso è la prefettura di Agrigento. Nel caso in cui la prefettura non rifiuta l'opposizione entro dieci giorni, la legge prevede che il sequestro cessi i suoi effetti.

E quindi il tribunale civile di Palermo, riconoscendo il meccanismo di silenzio-accoglimento, ha concesso che la nave ha tutto il diritto di lasciare il porto di Licata.

Con un comunicato stampa l'ong tedesca esulta e spiega che dopo la lunga vicenda, che li vide "criminalizzati, intimiditi e bloccati", la decisione del Tribunale "conferma che il nostro lavoro viene svolto nel rispetto della legge, alla quale Sea Watch spera che gli Stati membri dell’Ue si attengano”. Il presidente della ong tedesca Johannes Bayer, fa sapere che "la Sea-Watch e gli altri soccorritori sono gli unici a difendere la legge". E aggiunge che si aspetta di "ritornare nei porti italiani senza altri problemi o aggressioni”.