Il politico sardo Mauro Pili, che negli ultimi anni ha ricoperto cariche istituzionali importanti nell'Isola, ha nella giornata di ieri, martedì 25 febbraio, denunciato la presenza di casi di quarantena dovuti al coronavirus in Sardegna. L'annuncio è stato dato attraverso un articolo pubblicato sul sito 'Unidos.io', ovvero il sito web del partito sardo di cui lo stesso Pili è Presidente. In tutto l'articolo l'ex deputato non parla di casi confermati, ma solo di persone che sono in quarantena preventiva. I casi riportati riguardano Iglesias e Olbia, due città sarde poste rispettivamente a Sud-Ovest e a Nord-Est dell'Isola.
'Il caso di Iglesias ha avuto contatti con Codogno'
Il primo caso che Mauro Pili racconta è quello di una coppia di Iglesias. Queste persone, secondo quanto pubblicato nell'articolo, fino a pochi giorni fa si trovavano nel Nord Italia per un viaggio. Questo il racconto delle persone coinvolte che viene riportato da Pili: "Siamo tornati due giorni fa da un viaggio nel Nord Italia. Abbiamo girato numerosi paesi, tra cui Codogno. Abbiamo saputo del virus solo una volta arrivati in aeroporto (Orio al Serio di Bergamo, ndr) dopo aver parlato con una ragazza. Lei, infatti, ci ha detto che il padre aveva avuto un contatto diretto con una delle persone poi morte a causa del virus. Non appena siamo tornati in Sardegna (all'aeroporto di Elmas, ndr) abbiamo subito chiesto al personale come ci saremmo dovuti comportare.
Capendo la gravità, decidiamo di registrare tutto. Il personale quasi ci sbeffeggia, ma poi ci viene detto di stare in quarantena a casa. La situazione però precipita poco dopo, quando una delle nostre figlie (che non aveva partecipato al viaggio, ndr) accusa febbre molto alta. Noi non possiamo uscire di casa per portarla al Pronto Soccorso, chiamiamo ovunque ma nessuno viene ad aiutarci.
Alla fine arriva il 118, che carica in ambulanza la bambina con la febbre e la mamma che sarebbe dovuta rimanere in quarantena. Entriamo nel Pronto Soccorso e poi su in reparto. Attendono che si abbassi la febbre e poi ci rimandano a casa". A margine del racconto, Mauro Pili accusa: "Una donna in quarantena per il virus ha attraversato lo scalo di Cagliari insieme al marito, poi è andata nella sua abitazione a Iglesias, al Pronto Soccorso e nel reparto pediatrico.
Tutto è documentato. Si trattano di falle gravi che non devono esistere".
L'altro caso di quarantena è avvenuto a Olbia
Pili prosegue nell'articolo riportando anche il caso di un altro ragazzo. Il fatto sarebbe avvenuto a Olbia: "Un ragazzo appena rientrato da Milano. Nel suo campus di studio vi sono molti ragazzi cinesi. Ha una febbre molto alta, oltre i 40. Si trova nella sua abitazione a Olbia. Decide di chiamare tutti i numeri consigliati, ma gli viene detto che non ci sono tamponi disponibili e che la procedura prevede che se ne stia nella sua abitazione. Gli viene detto di rivolgersi al medico di famiglia. Stamane ha ancora febbre ed è chiuso in casa, abbandonato a se stesso. Solo una chiamata della Asl avvenuta ieri con grave ritardo e verificatasi in quanto disposta dalle procedure innescate".
Infine, il politico locale accusa: "Ci sono falle ciclopiche nell'intero sistema di presidio attivo nei porti e aeroporti. Scrivo con l'unico obiettivo di accelerare i rimedi. Non mi interessano le polemiche italiane: mi limito a far rilevare ciò che avviene in Sardegna con l'obiettivo di poter scongiurare ulteriori danni".