In queste settimane l'Italia sta facendo i conti con l'epidemia da Coronavirus. Il Paese è ancora oggi uno dei più colpiti da quella che l'OMS ha definito come una vera e propria pandemia.
Sono oltre 10.000 i morti per Covid-19 sul territorio nazionale e ormai dallo scorso 11 marzo tutto il Paese è stato posto in quarantena, questo per fare in modo che la curva dei contagi possa calare.
In un primo momento l'Esecutivo aveva posto la data del 3 aprile come termine ultimo per le restrizioni imposte agli abitanti (su tutte l'obbligo di rimanere in casa e uscire il meno possibile se non per motivate e comprovabili necessità), ma questo, ormai è certo, non basterà.
Come già anticipato nei giorni scorsi si va verso una proroga sia della quarantena che delle misure restrittive, le quali saranno prolungate di altri 15 giorni almeno fino a giorno 18 aprile. Solo in quel momento si potrà dire se l'Italia sarà pronta a ripartire, gradualmente, o meno.
Primi ad aprire saranno gli imprenditori
Secondo quanto riferisce oggi il Corriere della Sera sulle sue pagine online, le prime attività a riaprire saranno quelle legate alla filiera alimentare o farmaceutica (la gran parte delle quali sono comunque rimaste in piedi anche nei periodi di quarantena). Tra i luoghi che non verranno riaperti immediatamente ci sono invece piscine, palestre e sale da gioco. Molto difficile prevedere se e quando gli studenti potranno invece tornare a scuola: gli edifici scolastici sono il luogo degli assembramenti per eccellenza, il rispetto della distanza di un metro sarebbe al rientro presso che utopico.
Gli ultimi ad aprire saranno i locali dedicati ai giovani, come i bar e le discoteche, mentre si dovrà valutare bene la riapertura di quelle attività, come parrucchieri e centri estetici, che prevedono uno stretto contatto con il cliente. La Pasqua che verrà quindi sarà ancora blindata e nel segno della quarantena per 60 milioni di abitanti: sempre secondo quanto si apprende dal Corriere della Sera in quei giorni saranno intensificati ulteriormente i controlli, questo per fare in modo che nessuno lasci le città magari spinto dal desiderio di fare una scampagnata.
Si attende che la curva dei contagi scenda
La situazione nel Paese è ancora critica, anche se in questi giorni si sta assistendo ad una leggera flessione del numero di nuovi contagiati, il tutto però purtroppo accompagnato anche da un incremento del numero dei decessi. Ieri 28 marzo si sono infatti toccate le 10.023 vittime totali a causa del Covid-19.
La Lombardia è la regione più colpita, con le province di Bergamo e Brescia tra le più in difficoltà.
Proprio considerato uno stato di cose così allarmante, l'idea sarebbe quella di prevedere una graduale riapertura delle attività produttive solo quando l'indice di contagio sarà sceso sotto ad uno: la cosa si avrà "quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di un'altra persona, è però difficile dire ora quando ciò accadrà" ha dichiarato al riguardo l'epidemiologo Pierluigi Lopalco. Nei prossimi mesi saranno ancora invece in vigore gli obblighi per chi rientra dall'estero: questi cittadini dovranno infatti seguire specifici periodi di quarantena.