Ieri mattina, davanti alla caserma Pastrengo di Napoli, c'è stato un flash mob di solidarietà verso l'Arma organizzato da un comitato spontaneo di cittadini. In prima fila c'era Vincenzo Russo, papà di Ugo, il 15enne ucciso nella notte tra il 29 febbraio e il 1° marzo nel corso di una tentata rapina fatta a un carabiniere 23enne che non era in servizio, in via Orsini, nel quartiere Santa Lucia.

"Per mio figlio voglio solo giustizia", ha detto il padre. La vittima, a cui il minorenne con un complice voleva sottrarre un Rolex dal polso puntandogli un'arma giocattolo alla tempia, è diventata il carnefice.

Dalla sua arma d'ordinanza sono partiti almeno due colpi che hanno colpito Ugo al petto e alla testa uccidendolo. Quella stessa notte, qualcuno ha sparato contro la facciata della caserma dei carabinieri.

Il papà: 'Ugo ha sbagliato, vivrò per aiutare altri ragazzi'

'Solidarietà e sostegno ai carabinieri': esibiva questa scritta Vincenzo, papà di Ugo, ieri davanti alla caserma Pastrengo. Proprio contro il presidio del comando provinciale dei carabinieri di Napoli, la notte della morte del 15enne c'è stata una 'stesa': qualcuno, a bordo di uno scooter, ha sparato quattro colpi d'arma da fuoco. Il papà di Ugo ha precisato di aver partecipato alla manifestazione spontanea in supporto dell'Arma perché era stato invitato, ma anche per condannare gli spari alla caserma, così come per dissociarsi dai fatti accaduti all'Ospedale Vecchio Pellegrini.

Al pronto soccorso della struttura, era stato portato Ugo agonizzante che, dopo poco, è morto. Alla notizia del suo decesso, amici del ragazzo hanno devastato i locali, distrutto macchinari, seminato il panico e costretto il personale a trasferire i pazienti in altri reparti. "L'attacco al pronto soccorso è un gesto di rabbia, dettato dal dolore, ma non giustificabile", ha detto il papà di Ugo.

Vincenzo ha chiesto che invece di portare fiori al funerale del figlio, si raccolgano soldi da donare all'ospedale come parziale risarcimento. "Io, mia moglie e miei figli, vogliamo solo la verità per Ugo. Mio figlio ha sbagliato e ha pagato caro". Vincenzo ha anche detto che il carabiniere ha fatto bene a sparare il primo colpo perché doveva difendersi.

Ma se le indagini accerteranno che ha sparato ancora, mentre Ugo fuggiva, colpendolo alle spalle, avrebbe sbagliato anche il militare. Vincenzo d'ora in poi vivrà per ricordare Ugo e per dedicarsi a salvare i ragazzi di Napoli perché quello che è accaduto a suo figlio non debba succedere più.

"Apprezzo che sia venuto il padre del ragazzo. E' un primo passo verso la legalità", ha detto il consigliere regionale Franceso Borrelli che ha organizzato l'iniziativa. Borrelli ha precisato che si deve condannare chiunque spari contro una caserma dei carabinieri, come chiunque sfasci un pronto soccorso che è un bene di tutti.

Ugo, l'autopsia darà risposte

E' durata cinque ore l'autopsia eseguita ieri sul corpo di Ugo.

I risultati dell'esame che saranno resi noti nei prossimi giorni, dovranno chiarire in base ai fori d'entrata dei proiettili, soprattutto quello che ha colpito Ugo alla testa, la successione dei fatti, la traiettoria dei proiettili, la distanza del tiro. La direzione degli spari sarà chiarita anche dalle perizie balistiche.

Secondo il 17enne complice di Ugo durante la tentata rapina, il militare, al momento indagato per omicidio volontario, avrebbe sparato al ragazzo mentre era in fuga. Il 17enne in stato di fermo, trasferito in una comunità dove seguirà un percorso di recupero e riflessione su questa vicenda, ha riferito che sarebbe stata la prima volta che tentava di mettere a segno una rapina con l'amico per racimolare soldi e andare in discoteca.

Ultimata l'autopsia, la salma è stata restituita alla famiglia. Stamattina, la bara bianca di Ugo è arrivata ai Quartieri spagnoli, nel centro di Napoli, dove il ragazzo era cresciuto e viveva con la famiglia. I funerali si svolgeranno lunedì mattina alle nove, e non domenica come annunciato in un primo momento, nella chiesa di Santa Maria Ognibene dei Sette Dolori ai Quartieri Spagnoli.

Ugo, spunta un testimone oculare

La trasmissione 'Quarto Grado' ieri ha raccolto in esclusiva il resoconto di un testimone oculare. L'uomo, non inquadrato e con voce alterata, ha raccontato una versione dei fatti differente. Secondo il testimone, il carabiniere avrebbe cercato di scappare ma Ugo, dopo averlo minacciato una prima volta, sarebbe tornato alla carica minacciandolo una seconda volta.

Sarebbe partito un colpo. L'altro ragazzo alla guida del motorino avrebbe lasciato il mezzo a terra scappando.

Ugo, ferito, nel cadere a terra avrebbe involontariamente sparato un colpo dalla sua arma giocattolo. Il carabiniere nel sentire la botta, sarebbe sceso dall'auto e gli avrebbe sparato altri due proiettili. Poi, il militare avrebbe disarmato Ugo, gli avrebbe scarrellato la pistola per poi mettersela nel cappotto, chiamare ambulanza e carabinieri. Il padre della vittima ha detto che spera che il testimone non si nasconda e vada dagli inquirenti. Sarà ascoltata anche la fidanzata del militare che era in auto con lui quella notte.