Da stanotte è sotto un lenzuolo in una camera mortuaria in attesa dell'autopsia. Si chiamava Ugo Russo, aveva 16 anni, è morto a Napoli per le ferite da arma da fuoco riportate alla testa e al torace che non gli hanno dato scampo. A sparargli è stato un carabiniere di 23 anni che, al momento dei fatti, era in borghese e fuori servizio.

Russo aveva tentato di rapinarlo in zona Santa Lucia, a due passi da Castel dell'Ovo, esibendo un'arma che poi si è rivelata finta. Soccorso, il minore è stato subito trasportato in Rianimazione all'Ospedale Pellegrini, ma non ce l'ha fatta.

I familiari hanno reagito alla notizia devastando il pronto soccorso che stamattina è stato chiuso.

Napoli, tentata rapina con esito mortale

Stanotte un militare di 23 anni era con la fidanzata in auto a Napoli, in via Generale Orsini, intento a parcheggiare. E' sopraggiunto Ugo Russo con il volto coperto da scaldacollo e casco, a bordo di uno scooter con un complice. Era armato: si è poi appurato che impugnava una replica di un'arma vera, in metallo, uguale al modello Beretta 92 in uso alle forze dell'ordine. Secondo la prima ricostruzione dei fatti data dal militare vittima della tentata rapina e diffusa dai militari del Comando Provinciale di Napoli che indagano per conto della Procura, Russo ha puntato l'arma alla tempia del carabiniere che svolge servizio in provincia di Bologna.

Gli ha intimato, attraverso il finestrino dell'auto, di consegnargli il prezioso orologio Rolex che indossava al polso.

Il militare, dopo essersi qualificato, ha sparato tre colpi con la pistola d'ordinanza, due dei quali hanno raggiunto il ragazzo alla testa e al torace, mentre il complice è fuggito. Il carabiniere ha subito dato l'allarme chiedendo l'intervento di un'ambulanza.

L'adolescente è stato tempestivamente portato nel vicino ospedale Vecchio Pellegrini, dove i medici l'hanno sottoposto a un intervento chirurgico, ma è morto. Ed è qui che all'alba si è scatenata la furia di familiari e amici: dopo aver saputo del decesso del ragazzo, hanno assalito la zona accettazione del pronto soccorso distruggendo computer, macchinari, barelle, sedie a rotelle, seminando terrore tra medici e pazienti.

Da stamattina alle 7:30, il reparto è rimasto fuori servizio per molte ore, mentre gli otto pazienti presenti al Pronto Soccorso sono stati trasferiti nei reparti dello stesso presidio ospedaliero o in altri ospedali cittadini. E' stato sentito il carabiniere e la sua posizione resta sospesa: è indagato, ma per il momento la Procura non ha formulato un'ipotesi di reato

Il complice di 17 anni, incensurato, è stato a lungo sentito dagli inquirenti nella Caserma Pastrengo. Mentre il ragazzo era interrogato alle 4:00 di mattina, quattro colpi di pistola sono stati sparati contro la facciata della sede del Comando provinciale dei carabinieri di Napoli da due persone a bordo di uno scooter. Due le ipotesi del perché di questa 'stesa' al vaglio degli inquirenti: potrebbe trattarsi di una minaccia contro i militari o di un avvertimento diretto ai familiari del complice, anch'essi presenti in caserma, ritenuti responsabili di non aver protetto Ugo Russo.

Napoli, il padre: 'Il carabiniere ha sparato per uccidere'

Vincenzo Russo, padre di Ugo, a Fanpage ha contestato duramente l'operato del carabiniere, responsabile della morte del figlio. Ha riferito di non sapere cosa stesse facendo il figlio sabato notte perché non era con lui. Ma se stava realmente tentando una rapina, il militare per fermarlo avrebbe dovuto sparargli alle gambe e non nei punti vitali. "Così non sei un carabiniere, sei un criminale, hai voluto uccidere mio figlio", ha ripetuto l'uomo, per poi chiedere: "Tu che sei carabiniere, puoi uccidere la gente"? Vincenzo Russo ritiene che suo figlio sia stato giustiziato. "Ora voglio giustizia. Ho visto il corpo di mio figlio senza vita in obitorio, aveva un colpo al petto e un altro dietro la nuca.

Qualunque cosa abbia fatto, non meritava di essere ammazzato". Giustizia chiedono anche la nonna e la zia che credono che Ugo poteva essere fermato senza essere ucciso.

Napoli, cosa si sa di Ugo Russo

Dalla testimonianza della zia a Fanpage, Ugo era un ragazzo buonissimo: consapevole dei problemi della famiglia si era rimboccato le maniche. Andava a lavorare sia come garzone di un fruttivendolo che come imbianchino e muratore. Secondo la zia non rubava e aveva paura delle armi. Il ragazzo, che abitava a Napoli centro con la famiglia nella zona Pignasecca, si era da poco iscritto a un corso professionale del Comune per imparare un lavoro. Le indagini, però, sono rivolte agli ambienti malavitosi, specie quelli delle zone del Pallonetto e dei Quartieri Spagnoli. La salma è a disposizione dell'autorità giudiziaria. Solo dopo l'autopsia verrà restituita alla famiglia per i funerali.