Femminicidio sfiorato in un comune dell'Alto Padovano. Una donna macedone di 48 anni, al culmine dell'ennesima lite, è stata aggredita e presa a martellate dal marito, un suo connazionale di 58 anni. Fortunatamente le sue urla disperate hanno messo in allarme i vicini che, subito, hanno chiamato i carabinieri. La coppia si trovava in quarantena a causa dell'emergenza Coronavirus. Le pagine di cronaca nera di queste ultime settimane, purtroppo, stanno confermando i timori avanzati di alcune associazioni: la convivenza forzata, infatti, aumenterebbe il rischio di violenza domestica.

La coppia era in quarantena

Secondo quanto ricostruito, la coppia si sarebbe messa a litigare per banali questioni, quando, ad un certo punto, il marito ha dato in escandescenze e, armato di martello, ha colpito più volte la moglie al volto ed alle braccia. Le urla terrorizzate della 48enne, però, sono state immediatamente udite dal vicinato che ha evitato il peggio avvertendo subito il 112.

Nel giro di pochi minuti, i carabinieri guidati dal Comandante Maresciallo Maggiore Claudio Girolimetto (della vicina stazione di Camposampiero, sempre in provincia di Padova) hanno fatto irruzione nell'appartamento ed hanno provveduto a prestare i primi soccorsi alla donna. Sul posto sono giunti anche soccorritori del Suem - Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza Medica - che hanno accompagnato la vittima in codice rosso al vicino ospedale.

La donna ha riportato lesioni e gravi traumi al volto ed alle braccia. Tuttavia, le sue condizioni per il momento sono stabili e i medici hanno giudicato le sue ferite guaribili in 45 giorni. Il 58enne, invece, è stato arrestato. Ha seguito i carabinieri senza opporre resistenza. Denunciato per maltrattamenti e lesioni aggravate, l'uomo, sconterà la pena ai domiciliari nell'abitazione di un parente (residente in un altro comune).

La coppia aveva un rapporto turbolento

Da quanto raccontato dai vicini, la coppia di macedoni aveva un rapporto conflittuale e turbolento. Non era la prima volta, infatti, che litigavano, anche violentemente. Inoltre, la forzata convivenza di queste settimane aveva reso ancora più difficile la convivenza domestica.

Le restrizioni imposte per contenere il coronavirus - come hanno sottolineato movimenti ed associazioni che operano in difesa delle donne - causerebbero una maggiore esposizione alla violenza di genere.

Rimanere in casa e condividere costantemente gli spazi domestici potrebbe, purtroppo, creare situazioni in cui l'incolumità dei soggetti più deboli viene ulteriormente compromessa. Per cercare di rispondere all'aumento, drammatico, delle violenze in famiglia, stanno nascendo diverse iniziative volte a diffondere informazioni e utili strumenti di difesa. Tra questi, si ricorda il Telefono Rosa (1522), una linea gratuita ed attiva 24 ore su 24 che offre consulenza psicologica, assistenza legale e percorsi di sostegno.