Mascherine importate dalla Cina e distribuite in Italia con certificato falso, e comunque non sicure: l'ex presidente della Camera, Irene Pivetti, è indagata dalle Procure di Siracusa, Savona e Roma per frode in commercio. Avrebbe introdotto attraverso la Only Logistics Italia srl, società di cui è amministratrice unica e rappresentante legale, milioni di dispositivi di protezione individuale made in China che non sarebbero a norma perché accompagnati da una certificazione inattendibile di conformità alla normativa europea.
Mascherine, indagini avviate dalla Procura di Siracusa
La prima Procura ad indagare Irene Pivetti è stata quella di Siracusa nell'ambito dell'indagine 'Bad Mask' sulla Only Logistics Italia. Sarebbero state vendute, a vari distributori in tutta Italia, milioni di mascherine Ffpp2 dotate di falsa certificazione di conformità, malgrado lo scorso 16 aprile l'Inail abbia fatto esplicito divieto alla società di immetterle sul mercato. Per questo, l'ex presidente della Camera è accusata di frode in commercio. La Procura di Siracusa l'ha indagata anche per illecito amministrativo: avrebbe smerciato dispositivi di protezione considerati di terza categoria quindi non conformi ai requisiti essenziali di sicurezza.
La Guardia di Finanza di Siracusa ha già sequestrato 9 mila mascherine finite in farmacie e parafarmacie di diverse regioni italiane. L'indagine delle Fiamme Gialle è partita dopo le richieste di controlli pervenute dai colleghi di Bologna. Alle farmacie del capoluogo emiliano, infatti, la Stt Group, società di distribuzione di Siracusa, ha venduto mascherine acquistate proprio dalla Only Logistics, ma ne sarebbero state distribuite circa 40 mila.
Per questo, la Procura di Siracusa ha indagato anche Salvatore Stuto, legale rappresentante della Stt Group.
Mascherine, l'inchiesta si allarga
L'inchiesta si va allargando: alla Procura di Siracusa si è aggiunta quella di Savona. La magistratura ligure accusa Pivetti, oltre che di frode in commercio, di falso documentale e violazioni ai dazi doganali, ed è ha disposto il blocco dei conti della Only Italia Logistics.
A Savona, le indagini sono partite dopo il sequestro da parte della Guardia di Finanza di una fornitura di mascherine destinata a una farmacia, e sono proseguite con il sequestro, al terminal 2 dell'aeroporto di Malpensa, di altre 160 mila mascherine. Ora, le due Procure di Siracusa e di Savona stanno lavorando insieme per ricostruire i passaggi della vicenda e capire come le mascherine siano state smistate.
Infine, i pm romani, hanno a loro volta avviato un'indagine sulla fornitura di strumenti di protezione anti-Covid. La Guardia di Finanza ha fatto visita alla sede romana del Dipartimento della Protezione Civile. La Protezione Civile, che è estranea all'indagine, ha riferito di aver messo a disposizione delle Fiamme Gialle tutta la documentazione relativa ai contratti di fornitura stipulati con la società finita sotto inchiesta.
Il sequestro si è reso necessario perché gli inquirenti vogliono accertare se le mascherine sequestrate siano quelle acquistate dalla Protezione civile che a metà marzo aveva stipulato due contratti con la Only Logistics che prevedevano l'acquisto di 15 milioni di dispositivi cinesi per 30 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno anche perquisito il magazzino milanese della società, ma senza trovare altre mascherine.
Pivetti, 'le mascherine sono in regola'
"La cagnara che è stata sollevata è una vergogna". Così, l'indagata Pivetti, interpellata dall'agenzia di stampa Adnkronos, ha commentato quello che le sta accadendo e ha stigmatizzato la ribalta mediatica: qualcuno avrebbe montato il caso ad arte per colpire una persona seria, così come l'azienda di servizi di logistica per cui lavora da 10 anni che consorzia una società polacca, una di San Marino ed altre italiane.
Ai magistrati spiegherà tranquillamente come stanno le cose, avendo tutte le carte in regola.
Secondo Pivetti, la certificazione dell'Inail servirebbe solo per i dispositivi di sicurezza in ambito di lavoro, ma questo non significherebbe che quelle che ne siano prive non siano idonee. Pivetti sostiene d'essersi mossa correttamente e nel rispetto delle leggi: le mascherine per uso civile sarebbero a norma, indipendentemente da certificazioni Inail. Qualcuno che si sarebbe stancato di far torte in quarantena, secondo Pivetti, avrebbe inventato una storia che non esiste. Confida in una visione più equilibrata dell'accaduto, dal momento che questi presidi sanitari sono necessari all'Italia. Lamenta che a causa di questa situazione, ci sono milioni di mascherine, alcune prenotate e già pagate, ferme in Cina. Dovrà venderle in altri Paesi che pure ne hanno fatto richiesta.