Nella casa di riposo"Aurora" a Palermo ci sono stati sei arresti. Gli anziani erano costretti a vivere in un clima di terrore a causa di botte e insulti da parte di alcune operatrici. Grazie alle intercettazioni, è stato possibile fermare l'orrore delle dipendenti.
Incubo a Palermo: anziani maltrattati nella casa di riposo
È stata ribattezzata "Riposi amari" la struttura che è stata scenario di un incubo per molti anziani ospiti. Il giudice ha definito "spietate" le operatrici che lavoravano all'interno della casa di riposo, adottando dei metodi violenti e crudeli per occuparsi dei pazienti.
I reati contestati alle sei persone indagate sono: bancarotta, riciclaggio, maltrattamenti ad anziani ed autoriciclaggio. La struttura è stata sottoposta a sequestro da parte degli inquirenti, come anche la società che gestisce la casa di riposo Aurora, situata al centro di Palermo, in via Emerico Amari. Una delle sei indagate fa parte di un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza e si sta procedendo alle verifiche del caso.
Grazie alle intercettazioni delle Forze dell'Ordine, è stato possibile documentare l'inferno a cui gli anziani ospiti della casa di riposo di Palermo venivano costretti. Vessazioni fisiche e psicologiche facevano vivere i pazienti in un clima di costante terrore, fino al compimento di atti autolesionistici.
Stando a quanto raccolto dagli inquirenti, sono state verificate "decine e decine di condotte ignobili" ai danni dei poveri anziani. Si utilizzavano gravi offese e minacce come "Ti rompo una gamba", "Devi morire" alle violenze fisiche. Queste ultime consistevano in spintoni, colpi di scopa, calci e schiaffi. Gli inquirenti hanno registrato dei casi in cui le vittime venivano legate alla sedia, in modo tale da evitare qualsiasi reazione.
Un orrore quotidiano inaccettabile per il Gip che ha sottolineato la necessità di fermare al più presto un simile incubo ed ha proceduto alla nomina di un amministratore giudiziario al fine di proseguire la cura degli ospiti in maniera adeguata.
Tra le indagate, una è stata denunciata per dichiarazioni false con il compagno che percepiva il reddito di cittadinanza
Al vertice della società amministratrice della casa di riposo, c'è Maria Cristina Catalano, 57enne già nota per precedenti società fallite. Insieme a lei, Vincenza Beruno di 35 anni e le altre dipendenti: Antonina Di Liberto di 55 anni, Rosaria Florio, Anna Monti e Valeria La Barbera. La signora Di Liberto è risultata inserita in un nucleo familiare che percepisce il reddito di cittadinanza dal maggio del 2019 per una somma di 799 euro al mese. Il beneficio sarebbe stato ottenuto attraverso delle dichiarazioni false e, per questo, l'indagata è già stata denunciata insieme al compagno.