Lilli Gruber definisce una potenziale "notizia bomba" l'ipotesi sull'evoluzione benigna del Coronavirus sostenuta dal virologo Massimo Clementi. Il Direttore del laboratorio di Virologia dell'ospedale San Raffaele di Milano è stato ospite di Otto e mezzo nella serata di giovedì 7 maggio, cogliendo l'occasione per spiegare nel dettaglio le motivazioni che lo hanno portato a sostenere che il virus stia mutando, sia meno aggressivo, con la possibilità di diventare presto simile ad un raffreddore. La Gruber è apparsa inizialmente sbigottita e poi ansiosa di ricevere risposte dal noto Professore.

Massimo Clementi ospite di Lilli Gruber: 'Si è modificata la malattia'

"Professor Clementi lei ha detto che l'epidemia si sta svuotando e che il coronavirus potrebbe diventare innocuo come un raffreddore. Ora, se così fosse sarebbe una notizia bomba. È proprio sicuro?", domanda Lilli Gruber al virologo del San Raffaele durante Otto e mezzo. "Pensi che temevo di fare un'osservazione fin troppo ovvia, quindi ero lontanissimo dall'idea di buttare una bomba - si schermisce inizialmente Clementi prima di confermare la sua tesi - Non solo sono sicuro, ma spiego brevemente da che cosa deriva questa osservazione. In primo luogo dal profilo clinico della malattia. Confrontandomi come faccio quotidianamente da tre mesi - spiega - perché stiamo vivendo in trincea, abbiamo fatto la considerazione che il profilo clinico di questa malattia è mutato.

È mutato perché all'inizio dell'epidemia arrivavano 100 persone al Pronto soccorso del San Raffaele, la grande maggioranza delle quali avevano necessità di una terapia intensiva e di una assistenza ventilatoria, adesso non arrivano più. Da due settimane. Sono diminuite le persone che hanno necessità di ricovero. Si è modificata la malattia, o si sta modificando".

La Gruber incalza Clementi: 'Ci sta dicendo che il virus si sta depotenziando'

"Abbiamo fatto subito una valutazione di che cosa potrebbe aver portato a questo - prosegue Clementi - al San Raffaele sono state ricoverate oltre 1000 persone, è stata fatta un'identificazione molto attenta dei fattori di rischio che portano da un'infezione lieve a una grave, e li abbiamo identificati.

È stato fatto un lavoro scientifico sottomesso per la pubblicazione. Ovviamente i fattori di rischio vanno tenuti a bada. Sono state introdotte delle terapie efficaci".

Ma la Gruber non sta nella pelle. "Questo attiene al lavoro di prevenzione e di cura, ma lei ci sta dicendo che il virus si sta depotenziando", lo incalza.

La tesi del virologo: 'Coronavirus potrebbe modificare suo profilo'

"Quanto di questo cambiamento dipende dal virus? - ribatte allora Clementi - È noto che i virus sono molto più cattivi quando arrivano per la prima volta all'uomo (cita gli esempi dei conquistadores spagnoli arrivati nel Centro America o del 1600 nelle isole del Pacifico, ndr)".

Ma Lilli Gruber preme per ottenere una risposta.

"Ma i numeri ci parlano ancora di centinaia di morti al giorno, perché così tanti?", domanda. "Il dato da monitorare è il numero decrescente dei pazienti in terapia intensiva. Ma volevo arrivare al virus che è un coronavirus - conclude tornando al punto il Professor Clementi - noi conosciamo altri sei coronavirus umani, dei quali quattro ci infettano da sempre. Tutto questo per dire che questo coronavirus potrebbe nel tempo, se continua così, modificare sia il suo profilo clinico di rischio, sia siccome cambia geneticamente anche adattarsi all'ospite".