La città marchigiana di Jesi piange la perdita di Armando Matteucci. L'uomo di 58 anni, conosciuto come "Armandì", era ricoverato all'ospedale Carlo Urbani e si è spento ieri mattina, 4 maggio. La sua era stata una vita difficile ed era stato "adottato" dalla comunità, che non gli negava mai un piccolo aiuto in cambio di un sorriso e che lo amava per il suo essere libero e spontaneo.
Tutta la città di Jesi ricorda Armandì, anima della piazza e mascotte dei residenti
Armando Matteucci è deceduto ieri mattina, 4 maggio, all'ospedale Carlo Urbani. L'uomo di 58 anni aveva dei problemi pregressi ed era seguito dai servizi sociali.
Conosciuto da tutti come "Armandì", abitava in via La Malfa ed era uno dei personaggi più amati e pittoreschi della città di Jesi. Nessuno gli negava mai una sigaretta o qualche moneta e la domenica Armandì era sempre in prima fila a tifare per la sua amata squadra, la Jesina. Per gli abitanti, Armando Matteucci era una presenza fissa tra piazza della Repubblica e via Matteotti che da oggi sembreranno un po' più vuote e tristi senza di lui.
Armando Matteucci era seguito dai servizi sociali e per tutti era 'Armandì'
Una delle caratteristiche principali di Armandì era la sua poca simpatia verso le foto, ma in occasione della "Daje Tira", un gioco organizzato dalla Pro Loco, aveva cambiato idea. Il 58enne si era fatto scattare una fotografia, soddisfatto e fiero di essere parte del gioco in onore della città, mentre indossava la maglietta dedicata: come se avesse finalmente trovato in posto nel mondo anche lui.
In un'altra occasione aveva accettato di essere filmato mentre ballava: quel giorno, Armando che a detta di chi lo frequentava aveva sempre il broncio, aveva regalato molti sorrisi a tutti.
L'uomo era solito recarsi al comune, prima in Vespa e gli ultimi tempi a piedi, per fare un saluto al sindaco e chiedere qualche spicciolo ai dipendenti comunali che lo facevano felice con piacere.
Un caffè o una sigaretta non gli venivano negati quasi mai, perché Armando faceva parte della città, ne era quasi un elemento imprescindibile. Recentemente, in rete si è diffusa un'immagine di Armandì seduto sui pilastri di piazza Spontini, con il cielo come sfondo. Si tratta di una scena che descrive molto bene l'anima del personaggio che aveva fatto della piazza la sua seconda casa.
Sul web moltissimi ricordi di Armando si sono susseguiti da parte di chi lo aveva conosciuto e che lo considerava "Il cuore di Jesi". "Un selvatico fiore appassito dalla società", lo ha definito un cittadino addolorato dalla sua scomparsa. "Una delle persone più intelligenti, geniali e tormentate che abbia mai conosciuto", scrive in un ricordo un amico di suo fratello.