Ancora una aggressione per Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la notizia, da tempo dedito alla realizzazione di servizi per documentare e denunciare lo spaccio di stupefacenti che avviene in diverse parti di Italia.
Questa volta il biker si trovava in zona Porta Venezia a Milano a caccia di pusher operativi in una zona molto frequentata dalla città. Brumotti, al fine di ridurre al minimo gli spostamenti per i suoi collaboratori, stava girando il servizio in solitaria, come fatto durante tutto il periodo di emergenza sanitaria per il coronavirus.
Vittorio Brumotti salvato dalle forze dell'ordine
L’inviato, a un certo punto, è stato circondato e aggredito da un gruppo di spacciatori che lo hanno colpito anche con un bastone. L’aggressione, ha raccontato Brumotti, è stata molto violenta, tanto da aver perso conoscenza per qualche minuto. L’intervento immediato delle forze dell’ordine e dei sanitari del 118 ha evitato il peggio. Dopo aver prestato le prime cure sul posto, il biker è stato trasportato all’ospedale Niguarda.
Colpito con un bastone sulla mascella
Firmate le dimissioni, è stato lo stesso Brumotti a tranquillizzare sulle sue condizioni di salute con un messaggio video. “Amici di Striscia sto bene”, inizia così il racconto dell’inviato, il quale ha spiegato che è stato aggredito mentre stava documentando l’ennesimo spaccio in pieno centro a Milano, presso i bastioni di Porta Venezia.
Dopo aver filmato quasi 70 pusher, è stato fatto bersaglio di lanci di pietre e bottiglie. A questo punto, per evitare che la situazione degenerasse, e potesse coinvolgere anche degli ignari passanti, Brumotti si è allontanato, ma è stato raggiunto da un gruppo di spacciatori che gli ha sottratto l’attrezzatura e ha iniziato ad aggredirlo.
Uno dei pusher, utilizzando il bastone che il biker usa per sostenere la telecamera, lo ha colpito violentemente sulla mascella.
Già qualche giorno fa Brumotti era stato bersaglio di una sassata in un’altra zona di Milano, Via Gola. Alcune persone gli avevano lanciato dei sassi per farlo allontanare ed evitare che documentasse i volti dei pusher.
Nonostante le intimidazioni, Brumotti va avanti
Episodi analoghi erano avvenuto anche a Monza, Roma, Napoli, Pescara, Vicenza e Catanzaro. A Caivano, in provincia di Napoli, ad esempio, erano stati i carabinieri a portarlo in salvo da un gruppo di persone che, con il volto coperto, aveva circondato la sua auto e iniziato a danneggiarla, mentre lui e la sua troupe si riparavano all'interno del mezzo. Allo Zen di Palermo uno sparo aveva perforato la portiera dell’auto della troupe.
Nonostante le minacce ricevute, l’inviato lascia intendere che non si fermerà con i suoi servizi di denuncia: "Hanno cercato di intimorirmi, ma andiamo avanti perché la droga è una m...a".