Tutta la Svezia ha seguito con apprensione il caso di Wilma Andersson. La giovane aveva 17 anni quando è scomparsa nel nulla, senza lasciare tracce, lo scorso 14 novembre. Per due settimane l'opinione pubblica ha sperato che fosse ancora viva, fino al ritrovamento di alcuni resti della ragazza. La scoperta è avvenuta al termine di una lunga serie di ricerche, effettuate da decine di volontari nei dintorni della città di Uddevalla. Dopo questo rinvenimento, le indagini si sono subito concentrate su un indiziato in particolare, l’ex fidanzato della vittima: Tishko Ahmed Shabaz, 23enne di origini irachene, che dal 2014 ha ottenuto la cittadinanza svedese.
Il sospettato è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso Wilma, ma a distanza di mesi continua a negare di essere il responsabile del delitto. Non ha cambiato posizione nemmeno in vista del processo, che dovrebbe iniziare il prossimo 26 maggio.
La ricostruzione della polizia sul delitto di Wilma: l’assassino sarebbe l’ex fidanzato
Secondo la polizia svedese, il presunto assassino non avrebbe accettato la decisione di Wilma di lasciarlo e così avrebbe deciso di ucciderla. L’occasione propizia si sarebbe verificata quando la giovane si è recata in casa dell’ex fidanzato, per riprendersi alcuni degli effetti personali che aveva lasciato lì. Shabaz ne avrebbe approfittato per ammazzare la ragazza, dopo averla sottoposta a "violenze ripetute", come dichiarano i pm che seguono il caso.
Nell’appartamento in cui sarebbe avvenuta l’aggressione gli esperti sono riusciti a rinvenire alcune tracce del sangue della vittima. Inoltre gli inquirenti hanno sequestrato un coltello da cucina che potrebbe essere l’arma utilizzata per togliere la vita a Wilma.
La versione dell’ex fidanzato di Wilma, che continua a proclamarsi innocente
Shabaz non ha mai cambiato la propria versione: subito dopo la scomparsa ha raccontato ai genitori di Wilma che la ragazza era arrivata a casa sua per prendere le proprie cose, ma poi se n’era andata via. Eppure la polizia ha spiegato di aver trovato il cappotto e la borsa che la 17enne indossava quel giorno nell’appartamento dell’ex fidanzato, ancora appesi nel guardaroba.
Inoltre è stata ritenuta credibile la testimonianza di alcuni vicini, che hanno sostenuto di aver udito delle urla provenire da quell’abitazione, proprio nelle ore antecedenti il delitto.
La madre di Wilma chiede di riavere indietro tutte le spoglie della ragazza
Questo caso di Cronaca Nera ha generato molto scalpore in Svezia, da sempre considerata come uno dei Paesi più sicuri al mondo. In particolare ci si chiede dove siano stati nascosti i resti della vittima che la polizia non è riuscita a recuperare. A questo proposito Linda, la madre di Wilma, ha recentemente rivolto un appello alle forze dell'ordine perché non si fermino: “Vorremmo sapere dov'è nostra figlia – ha dichiarato la donna – per favore non interrompete le ricerche”. Ma Shabaz, l’unico che forse potrebbe rivelare dove ha occultato le spoglie, continua a proclamarsi innocente e ad assicurare di non sapere nulla sulla tragica fine dell’ex fidanzata.