Le dichiarazioni spontanee di Federico Ciontoli hanno aperto oggi, 8 luglio, il processo bis davanti ai giudici della Corte d’Assise d’appello di Roma per la morte di Marco Vannini. Parole che hanno lasciato il segno e hanno provocato la reazione stizzita dalla madre del ventenne tragicamente scomparso il 17 maggio 2015. In apertura d’udienza il figlio di Antonio Ciontoli ha fornito nuovi dettagli relativi alla ricostruzione di quanto accaduto nell’abitazione di famiglia nel corso di quella serata.
“Mio padre mi disse che Marco si era spaventato in seguito ad uno scherzo e non avevo motivi per non credere in quello che diceva” - ha spiegato il 28enne romano che ha riferito di essersi presentato davanti ai magistrati non per il timore di essere condannato ma perché la verità è sempre quella che ha finora raccontato.
“Da tre interminabili anni sono perseguitato dal timore che qualcuno possa venire a spararmi quando scendo di casa per andare a lavoro per quello che si dice su di me in televisione” - ha aggiunto Federico Ciontoli.
Federico Ciontoli: 'Non avevo motivi per non credere a mio padre'
Nel corso della prima udienza del processo bis in Corte d’Assise d’Appello Federico Ciontoli ha ribadito, nel rilasciare dichiarazioni spontanee, che non si soffermò sul significato del termine "colpo d’aria" utilizzato dal padre in quanto era certo che si trattasse di uno scherzo. "Se avessi voluto nascondere qualcosa non avrei chiamato l’ambulanza per quello che pensavo fosse uno spavento e non sapendo che era partito un proiettile" - ha riferito il figlio di Antonio Ciontoli precisando di aver riferito agli operatori del 118 che Marco Vannini non respirava e che aveva sollecitato l’intervento della madre per il timore che non fossero inviati immediatamente i soccorsi.
Nel corso della sua ricostruzione Federico Ciontoli ha aggiunto che in quel momento l’unico interesse era quello di far intervenire qualcuno che sapesse cosa fare per aiutare il fidanzato della sorella. "Nella circostanza mio padre stava gestendo la situazione come si trattasse di uno spavento" - ha chiosato il 28enne.
La rabbia della madre di Marco Vannini: 'Neanche una parola per mio figlio'
Durante la sua deposizione spontanea davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Roma Federico Ciontoli ha rivelato di essere perseguitato da tre anni dal pensiero che qualcuno possa sparargli alla testa mentre esce di casa per andare a lavoro.
Affermazioni che la madre di Marco Vannini ha definito vergognose.
Marina Conte non ha nascosto il suo disappunto per quanto dichiarato in aula dal ragazzo: “Non ha speso una parola per Marco” - ha sottolineato evidenziando che la famiglia Ciontoli continua a girare il coltello nella ferita senza comprendere che è morto un ragazzo di venti anni. "Ora bisogna ridare dignità a mio figlio".