Luca Zaia è tornato a parlare di Coronavirus. Lo ha fatto, ovviamente, con un focus sulla regione di cui è governatore: il Veneto. In quel territorio è emersa una certa apprensione relativamente a un trend che sembrava suggerire una risalita dei casi. Secondo, però, quanto emerso dalle parole del presidente il presunto nuovo incremento dei casi sarebbe stato originato da una persona che si era recata in Serbia: nulla di legato al Veneto quindi, ma solo un focolaio di importazione. Circostanze che hanno portato il presidente a segnalare la necessità di un nuovo regolamento di reciprocità tra i paesi.

Zaia sottolinea l'arrivo del virus dalla Serbia

A originare tutto sarebbe stato dunque un paziente "zero" proveniente dalla Serbia. La persona in questione, tra l'altro, sarebbe deceduta mercoledì. Secondo le prime circostanze il cluster emerso a Vicenza conterebbe cinque dati rilevati in data 3 luglio e altri quattro in data 4 luglio. "Vorrei ricordare - ha detto il governatore - che nonostante qualcuno abbia buttato benzina sul fuoco, si tratta di un focolaio importato dalla Serbia e portato in auto". Pare che le quattro persone rientrate dalla Serbia nella stessa auto del paziente zero non indossassero la mascherina a bordo. Il governatore ha, inoltre, messo in evidenza come la sanità veneta abbia dimostrato efficienza andando a rintracciare 52 persone poste in isolamento fiduciario.

Coronavirus: Zaia parla di regole necessarie

Il fatto che, secondo quanto descritto da Zaia, la risalita dei casi possa essere dipesa dal contatto con una persona rientrata dall'estero, apre a nuove discussioni. Il riferimento va, naturalmente, ai rapporti di scambio con paesi che oggi sembrano essere in una situazione peggiore rispetto all'Italia.

Il governatore veneto fa anche dei riferimenti precisi: "Oggi - specifica - la Serbia è entrata in lockdown". "La novità - incalza - è che abbiamo 118 stranieri coinvolti in Veneto". Queste sarebbero evidenze che, secondo Zaia, renderebbero necessarie regole di reciprocità con altri paesi, per tutelare la salute dei cittadini italiani e stranieri.

"C'è - prosegue - il bollino rosso per il Nord Africa dove ci sono focolai importanti e la novità è quella dei Balcani, tema che va affrontato".

Dati che suggeriscono al governatore leghista la necessità di regolamentare i flussi di persone che si muovono in un senso o nell'altro, in maniera tale da mantenere sotto controllo il quadro epidemiologico, avendo possibilità di tracciare eventuali contatti.

Zaia ha, inoltre, annunciato che a partire da lunedì emetterà una nuova ordinanza. Un documento che non incrementerà le restrizioni per i cittadini, ma che servirà ad aumentare il potere dei sanitari per gli isolamenti fiduciari o per ricoverare le persone affette da Covid-19.