Luca Zaia è una delle figure emerse a livello mediatico nazionale nell'ambito all'emergenza coronavirus. In un'intervista a La Stampa ha avuto modo di toccare diversi temi. Tra questi c'è quello legato a un suo possibile interesse a scalare le gerarchie nella Lega fino ad arrivare ad una candidatura a Palazzo Chigi. Un'ipotesi che, in parte, trova giustificazione nelle battute d'arresto riconosciute a Matteo Salvini da diversi sondaggi in fatto di consenso. Zaia, però, ha rivelato di non avere interesse a una scalata di questo tipo. Nelle dichiarazioni rilasciate al quotidiano torinese, tuttavia ha avuto modo di toccare temi a lui cari.

Il primo è legato a una maggiore autonomia alle regioni, diritto che da tempo rivendica come riforma fondamentale. Il secondo è, invece, legato alle future elezioni regionali. In entrambi i casi le punzecchiature al governo centrale presieduto da Giuseppe Conte sono state tangibili.

Zaia vuole una maggiore autonomia per le regioni

Nella fase più acuta dell'emergenza coronavirus sono state le regioni a condurre buona parte dell'organizzazione. Il tutto grazie a uno dei settori su cui godono maggiore autonomia: la sanità. Zaia e la Lega da tempo puntano a un maggiore potere decisionale dei governi regionali. Secondo il presidente del Veneto ciò che è accaduto in merito al coronavirus avvalorerebbe la tesi secondo cui un incremento del decentramento del potere rappresenterebbe un aspetto su cui lavorare per il bene dell'Italia.

"Se l'emergenza - evidenzia - fosse stata gestita tutta da Roma la strage sarebbe stata anche peggiore. La lezione è che lo Stato funziona se è federale e le regioni hanno autonomia. Per questo continuerò a battermi. È la partita decisiva e non è affatto chiusa".

Zaia punzecchia il M5s su Rousseau

In diverse dichiarazioni Luca Zaia ha manifestato l'intenzione di continuare a lavorare per il bene del Veneto.

Chiamato, però, a rispondere su un'eventuale ricandidatura, ha segnalato una criticità. "Ma - ha tuonato - se non c'è nemmeno la data delle elezioni". La tornata elettorale per le regionali venete è stata, infatti, posticipata in ragione dell'emergenza coronavirus e adesso si attende di capire quando si potrà andare alle urne.

Secondo Zaia il governo non starebbe fissando il giorno adatto poiché ostacolato da situazioni precise. A suo avviso sarebbe "bloccato fra due interessi contradditori". Secondo il governatore ci sarebbe, infatti, chi chiederebbe tempo per potere mettere in piedi una campagna elettorale. Un ruolo, però, lo giocherebbe anche chi si sente in calo di consensi e pensa che sarebbe meglio "non votare mai più". Un'ipotesi che, secondo il presidente della Regione Veneto, violerebbe il contratto sociale di Rousseau. Un nome non citato a caso, considerato che la famosa piattaforma del Movimento 5 stelle porta il nome dell'ideologo francese. "Intitolargli le piattaforma - tuona Zaia - non basta, bisognerebbe anche leggerlo".