Prima di essere brutalmente uccisa dalla figlia, la madre aveva chiesto aiuto al fidanzato della ragazza, ma il suo appello, purtroppo, è stato ascoltato troppo tardi. Gli inquirenti stanno ricostruendo gli elementi del dramma familiare che si è consumato a Torino domenica mattina.

Chiara Rollo, di 33 anni, ha accoltellato la mamma, Luana Antonazzo, insegnante di matematica di 60 anni, nell'appartamento di corso Racconigi 237 dove viveva, per poi togliersi la vita gettandosi dal nono piano di quella stessa abitazione. La giovane donna soffriva di un disagio psichico, aveva perso il lavoro a giugno e tentato la fuga: sentiva su di sé il peso di un irreparabile fallimento esistenziale.

La madre era arrivata da Lecce, città d'origine della famiglia, proprio per non lasciare sola una figlia problematica in un momento molto critico.

Appello inascoltato al fidanzato della figlia

"Chiara mi sembra scompensata. È aggressiva, non riesco a calmarla, Matteo torna ad aiutarmi": parole drammatiche, inviate da Luana Antonazzo via WhatsApp alle 4 e 30 del mattino di domenica a Matteo Gilardi, il fidanzato della figlia. È l'ultima comunicazione della donna prima della sua tragica fine. Purtroppo, quell'appello è rimasto muto per troppo tempo, perché a quell'ora il ragazzo di Chiara dormiva. Quando ha ascoltato il messaggio, oltre due ore dopo, la madre era già stata accoltellata a morte e non è stato possibile neanche salvare la figlia.

All'arrivo nell'edificio della polizia, allertata proprio da Matteo, la ragazza si è lanciata nel vuoto.

Alcuni vicini sono stati svegliati proprio dal trambusto degli agenti che salivano le scale nel tentativo di salvare la ragazza. Il fidanzato, oltre lo strazio, ha il rammarico di non aver sentito il messaggio della suocera in tempo, ed è sotto choc.

E come lui, lo sono gli inquilini dello stabile. Matteo ha trascorso sconvolto tutta la mattinata di domenica sulle scale dell'androne, sostenuto dai genitori. Alla polizia ha raccontato molte volte di non riuscire a trovare una spiegazione in ciò che è accaduto. L'anno scorso, la sua ragazza era stata ricoverata per un breve periodo a causa di disturbi psichici.

Per questo motivo prendeva farmaci, ma ultimamente aveva diminuito il dosaggio. Matteo l'aveva conosciuta anni fa al Politecnico dove entrambi si erano laureati in ingegneria. Ingegnere gestionale, lei da pochissimo aveva perso il lavoro in un'azienda tessile e qualcosa si era rotto nel suo mondo interiore.

Cosa è accaduto prima della tragedia

Ma cosa può essere accaduto nelle ore precedenti la tragedia, al punto da scatenare il terribile omicidio? È quanto hanno cercato di ricostruire gli investigatori della Squadra mobile di Torino intervenuti a corso Racconigi. Venerdì scorso Luana si era precipitata a Torino lasciando a Cavallino, in provincia di Lecce, il marito e l'altro figlio Alessandro.

Da madre, sentiva che non c'era tempo da perdere: doveva correre in aiuto della figlia, resa più fragile dalla perdita del lavoro. Voleva convincerla a tornare in Salento, forse credendo che avrebbe potuto avviare un nuovo capitolo di vita cambiando contesto. Non era la prima volta che tentava di riportarla a casa. Ma al suo arrivo a corso Racconigi, dove Chiara viveva in una stanza presa in affitto, non l'aveva trovata. La ragazza era fuggita a Milano, anche se non è chiaro a far cosa. La polizia ferroviaria, però, ha ritrovato i suoi bagagli dimenticati in treno.

Poi, sabato sera, la figlia era rientrata a Torino e aveva trovato la madre ad aspettarla. C'erano stati scontri molto accesi tra le due, al punto che la ragazza le aveva intimato di andarsene, ed era fuggita di nuovo.

Allarmata, Luana aveva chiamato il fidanzato della figlia: insieme erano andati alla polizia a denunciarne la scomparsa. Poi erano tornati a casa ad aspettarla.

Torino, urla a cui nel condominio non è stato dato peso

Quando alle 2 e 30 di notte dello scorso sabato, Chiara era tornata nell'abitazione, il suo fidanzato era andato via senza immaginare ciò che di lì a poco si sarebbe scatenato. Tra la madre e la figlia era scoppiato un nuovo violento litigio: i vicini hanno riferito di aver sentito urla in più momenti, anche alle sei del mattino, forse l'ora dell'omicidio. Lo stabilirà l'autopsia sul corpo della donna disposta dalla Procura.

Malgrado le grida ripetute, nessuno ha chiamato le forze dell'ordine, perché nessuno tra i condomini conosceva Chiara, se non di vista.

La ragazza si sarebbe accanita contro la madre colpendola molte volte e avrebbe cercato, infine, di smembrare il corpo ritrovato dagli inquirenti in cucina. Avrebbe usato almeno tre coltelli e diversi oggetti per infierire sulla madre.