In Abruzzo, alla luce dei nuovi focolai, il sindaco di Lucoli, Valter Chiappini, ha firmato un'ordinanza per la chiusura della frazione di Casamaina, fino al 1° settembre. Si tratta della prima zona rossa dopo il lockdown.

È la frazione di Casamaina la prima zona rossa dopo il lockdown

Dopo che sono stati rilevati dodici casi positivi al coronavirus presso la frazione di Casamaina, nella provincia de l'Aquila in Abruzzo, il sindaco di Lucoli, Valter Chiappini, ha firmato un'ordinanza valida fino al 1° settembre per la chiusura del paesino abruzzese di soli 927 abitanti.

Il primo contagio, quello di un quarantenne di ritorno da una vacanza in Sardegna, è emerso già l'11 agosto. Il secondo, quello del 22 agosto, ha comportato la chiusura di un ristornante a causa della positività alla Covid di una collaboratrice che, a sua volta, ha infettato marito, cognata, suoceri e figlio.

Ad ogni modo, benché il contagio abbia riguardato i componenti di un unico nucleo famigliare, il sindaco ha deciso di effettuare a tappeto i tamponi su tutta la popolazione residente nella frazione di Casamaina e a quella residente nel resto del Comune.

"Abbiamo fatto 147 tamponi, con grande senso civico si sono presentati non solo i residenti, ma anche i dimoranti" ha spiegato Chiappini, il quale ha, poi, ribadito l'importanza di intervenire tempestivamente per arginare la diffusione di eventuali nuovi focolai.

Quali sono i provvedimenti adottati a Casamaina

Nell'attesa che arrivino i risultati dei tamponi (i primi diciotto hanno già dato esito negativo, compreso quello del primo cittadino), dalla mezzanotte del 28 agosto è scattata la decisione di dichiarare zona rossa la frazione di Casamaina, provvedimento che si protrarrà almeno fino al 1° settembre.

Stando a quanto stabilito dall'ordinanza, fino a questa data, gli abitanti del paesino dovranno rispettare il divieto di allontanamento. Ciò significa che è vietato allontanarsi dal territorio della frazione da parte degli individui ivi presenti e che non è possibile nemmeno accedere alla frazione in questione dall'esterno.

Per lo stesso periodo, rimangono, inoltre, sospese le attività ritenute non essenziali. In particolare, sono stati chiusi parchi e centri sportivi.

Il monitoraggio da parte dell'Iss dei nuovi focolai

Dai recenti monitoraggi dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, emerge che al momento, in Italia, sono attivi 1374 focolai, di cui 490 quelli nuovi. I dati confermano, quindi, un aumento dei contagi per la quarta settimana di fila.

Nel lasso di tempo preso in considerazione per il monitoraggio, il 20,8% dei nuovi casi risulta essere importato dall'estero, tuttavia, rispetto alla settimana precedente, è in crescita il dato relativo ai casi importati da altra regione o provincia (si passa dal 2,3% al 15,7%).

Un altro dato significativo è quello relativo all'età media dei casi diagnosticati: nell'ultima settimana il dato è sceso a 29 anni, confermando un trend in diminuzione. Questo dipende da un'avanzata riapertura delle attività commerciali, dei luoghi di aggregazione e dall'aumento della mobilità. A questo proposito, è stato anche rilevato un cambiamento nella modalità di trasmissione del virus con emergenza di nuovi focolai laddove spiccano le attività ricreative.

Il rapporto dell'Iss e del ministero della Salute sottolinea, infine, l'importanza di "mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale circa il peggioramento della situazione epidemiologica", senza trascurare il rispetto rigoroso delle norme di sicurezza ancora in atto per evitare l'insorgere di nuovi focolai.