Si chiama Marta Marchesi ed è un’insegnate di Brescia di rientro dalle ferie in Sardegna, originaria del Sassarese. “Sono rientrata dalla Sardegna questa domenica. Ho avuto paura quando al nostro arrivo nessuno all’aeroporto ha controllato la nostra dichiarazione obbligatoria”. L’insegnate si è recata in Sardegna per le ferie estive il 26 luglio. “All’inizio c’erano pochi turisti e quasi zero casi covid, soprattutto a luglio. Ma sin da subito ho notato che le cose non andavano bene”.

Marta Marchesi, in vacanza vicino Sassari, racconta la sua verità.

“Non solo in aeroporto non hanno controllato la nostra dichiarazione obbligatoria, ma ho visto personalmente molti camerieri svolgere il loro lavoro con la mascherina abbassata. Inoltre, in mezzo alla folla c’erano molte persone senza alcuna protezione”. Non solo. L’insegnante riferisce anche un episodio accaduto ad una sua amica. “Una mia conoscente si è recata alla spiaggia 'La Pelosa 'di Stintino che è una delle più belle dell’isola. Gli ingressi, anche se è stato previsto il numero chiuso, non erano contingentati e sulla spiaggia non si rispettava il metro di distanza”.

Prima di partire era necessaria solo la dichiarazione obbligatoria

“Prima di partire per la Sardegna, io e la mia famiglia non abbiamo effettuato alcun test perché non erano richiesti per l'ingresso sull'isola”, spiega l’insegnate.

“Era necessaria solo la dichiarazione obbligatoria”. Si tratta di un documento richiesto dalla regione Sardegna da esibire all'arrivo sull’isola. “Il procedimento per ottenerlo è semplice. Basta compilare la dichiarazione online, indicando l’indirizzo dove ci si rende reperibili e dichiarando di non aver avuto sintomi da coronavirus”.

L’insegnante ammette, però, che le intenzioni erano buone. “Penso che la Sardegna si sia organizzata abbastanza bene, ma mancano le risorse per applicare le norme”. Infatti, è stata creata anche un’app, cioè Sardegna Sicura. “Serve a registrare i propri spostamenti sull’isola, ma per quanto ne sappia anche quella è stata poco utilizzata”.

L’insegnante racconta il suo rientro a Brescia

La domenica appena passata sono rientrata a Brescia”, afferma la docente. “Mi sono preoccupata quando ho sentito che vogliono fare i tamponi a quanti siano tornati dalla Sardegna come già accade in altre realtà”. Infatti, l’isola non rappresenta solo turismo d’élite. “Ci sono tantissimi conterranei che rientrano sull’isola dal nord per le ferie, mentre altri sono italiani che vanno semplicemente al mare”. Al momento, i tamponi sono raccomandati e non obbligatori dall’Ausl ai bolognesi che siano tornati dalle vacanze in Sardegna, ma l’insegnante non nega di sentirsi al sicuro nella città che l’ha accolta. “A Brescia c’è molta più attenzione al rispetto delle regole. La vera incognita è a settembre con la riapertura delle scuole e delle aziende che non possono lavorare in smart working“.