Sgomento e incredulità tra i residenti di Casarano, comune in provincia di Lecce dove in tanti hanno visto crescere Antonio De Marco. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre il ventunenne ha confessato di aver ucciso l'arbitro Daniele De Santis e la fidanzata Eleonora Manta. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, al momento dell'arresto lo studente in scienze infermieristiche si è mostrato freddo e spregiudicato: "Da quanto tempo mi pedinavate, pensavo mi avreste preso prima", avrebbe riferito. Poi la terribile ricostruzione dell'efferato delitto con il giovane che aveva convissuto per un periodo con le due vittime, e ha spiegato che era invidioso della loro felicità.

Affermazioni che hanno lasciato senza parole chi conosceva bene quel ragazzo timido e riservato che aveva trascorso gran parte del lockdown a Casarano. "Ho parlato con la nonna poche ore prima del fermo del nipote. Era molto dispiaciuta per la morte dei due giovani e sperava che il responsabile fosse individuato quanto prima. Non sapeva di avere l'assassino dentro casa", ha raccontato una vicina di casa della famiglia De Marco a Pomeriggio 5.

Il dolore della nonna di De Marco per le due vittime: 'Non sapeva di avere l'assassino in casa'

"Una famiglia perbene, un ragazzo modello", ha sottolineato Carmela, vicina di casa, che a Pomeriggio 5 ha dichiarato di aver visto crescere Antonio De Marco. "I genitori erano ben voluti da tutti qui a Casarano", ha aggiunto, sottolineando che il ventunenne che ha confessato di aver ucciso Daniele De Santis ed Eleonora Manta non aveva "cattive frequentazioni" e che lo vedevano uscire quasi sempre soltanto con il padre e la madre: "Quando tornava a Casarano la domenica andava a messa con loro.

Facciamo fatica a metabolizzare quanto accaduto".

Senza parole un'altra conoscente della famiglia: "Ancora non ci crediamo, non l'accettiamo e penso che faticheremo ad accettarlo". Lo zio dello studente in scienze infermieristiche ha riferito di aver saputo dell'arresto del nipote su Internet prima di essere contattato dal cognato: "È stato sempre un ragazzo tranquillo".

L'ex sindaco di Casarano: 'Un giovane introverso e con pochi amici'

Don Salvatore Tundo ha chiesto rispetto sia per le famiglie delle vittime che per quella di Antonio De Marco. "Rispettate il dolore di queste persone", ha riferito il parroco della chiesa frequentata dai genitori del ventunenne (Maria Santissima Annunziata di Casarano).

"Dietro questo gesto c'è stato qualcosa che il ragazzo non è riuscito ad elaborare", ha aggiunto il sacerdote, sottolineando che non bisogna puntare l'indice contro la famiglia.

Al momento i genitori dell'assassino hanno scelto la strada del silenzio. Salvatore, falegname, e Rosalba, casalinga, sono molto stimati e apprezzati nel comune in provincia di Lecce, e in queste tormentate ore hanno trovato conforto nel sostegno di parenti e amici. "Tutti conoscevano Antonio come un giovane introverso e con pochi amici ma non ha mai fatto nulla da far pensare ad un omicidio così efferato", ha riferito Gianni Stefàno, ex sindaco di Casarano che conosceva la madre dello studente sin dall'infanzia.