L’omicidio del giovane Willy Monteiro Duarte ha certamente sconvolto l’opinione pubblica italiana: oggi arriva un altro aggiornamento con l'esito dell'esame autoptico ad aver confermato la brutalità dell'aggressione subita dal ragazzo. La condizione in cui versano gli organi interni di Willy è particolarmente grave: tutti gli organi interni, compresi i polmoni, la milza, il pancreas appaiono lesionati. Compreso il cuore, che era praticamente spaccato in due parti da una lesione di circa sette centimetri

Omicidio Willy, 'traumi ovunque'

I medici che avevano il compito di analizzare il corpo di Willy hanno dichiarato che, vista la gravità dei traumi riportati dal giovane, non è esclusa la possibilità che durante l’aggressione i due fratelli Bianchi possano aver utilizzato armi contundenti, come ad esempio un bastone o un tirapugni.

Si tratta, al momento, solo di una ipotesi, valutata anche tenendo conto del passato dei fratelli Bianchi. Nella relazione dei medici si legge che la vittima presenta diversi traumi che sono stati realizzati con più azioni lesive.

Si tratta, dunque, di un quadro molto complicato che non ha consentito ai medici di stabilire quale sia stata la causa esatta della morte.

La testimonianza di Emanuele, l’amico di Willy

I medici, per costruire un quadro clinico il più esatto possibile si sono basati anche sulle dichiarazioni dei testimoni, partendo da quella di Emanuele, amico di Willy. Durante l’interrogatorio, il giovane ha dichiarato che il corpo di Willy Monteiro Duarte era steso a terra e circondato da 5 giovani che gli tiravano calci e pugni.

Anche Emanuele è stato vittima della violenza degli aggressori ma non sa dire per quanto tempo lui e Willy siano stati soggetti alla violenza del branco. Inoltre, il ragazzo ricorda come due degli aggressori saltassero sul corpo di Willy che giaceva inerme a terra.

Nuovi accertamenti sull’auto dei Bianchi

Nei giorni scorsi gli investigatori hanno anche eseguito degli accertamenti sull’Audi dei due fratelli Bianchi.

A riguardo sono state trovate delle tracce biologiche sia nell’auto che sui vestiti degli indagati. La notte dell’arresto, oltre ai Bianchi, Pincarelli e Belleggia, era stato portato in camera di sicurezza anche Vittorio Tondinelli, il quale aveva rilasciato delle dichiarazioni circa gli avvenimenti di quella notte che nella sostanza non erano mai state messe agli atti.

Gli inquirenti hanno così accertato che la sua testimonianza potrebbe dare una svolta alle indagini.

Le stesse ora si sono spostate anche sui dati forniti dalle celle telefoniche che coprivano il luogo del delitto. Non è escluso che gli investigatori interpellino altre persone in modo tale da chiudere il cerchio dell'inchiesta in modo definitivo.