A quasi 4 mesi di distanza, la morte di Mauro Pamiro, insegnante e musicista 44enne, rimane un vero e proprio mistero. Nella giornata di ieri, martedì 13 ottobre, i periti nominati dalla famiglia dell'uomo hanno effettuato un nuovo sopralluogo nel cantiere ai Sabbioni, quartiere di Crema. Secondo il procuratore Roberto Pellicano, che sta seguendo il caso di cronaca nera, si sarebbe trattato di un suicidio, di "un fatto drammatico che riguarda la vita privata delle persone". Tuttavia, i genitori continuano a rigettare la tesi del gesto estremo e continuano a chiedere la verità.

Nuove misurazioni nel cantiere ai Sabbioni

Mauro Pamiro è stato ritrovato senza vita lunedì 29 giugno. Il suo corpo è stato notato da alcuni operai nel cantiere di una villetta in costruzione in via Mazzolari, nel quartiere Sabbioni, a circa 200 metri dalla sua abitazione. L'uomo, docente dell'Itis Galilei, aveva fatto perdere le sue tracce nella serata di sabato 27 giugno.

L'autopsia, disposta dalla Procura di Crema, non ha evidenziato lesioni provocate da terze persone e ha accertato la compatibilità della caduta con l'altezza dell'impalcatura. Tuttavia, i familiari del 44enne, non credono né all'incidente né al suicidio. Anche perché gli esami del medico legale, come ha sottolineato il padre Franco, hanno evidenziato che Mauro è morto per una caduta dall’alto ed in posizione prona.

L'insegnante, però, è stato trovato supino.

Per comprendere cosa sia davvero accaduto quella notte di fine giugno, i genitori dell'insegnante si sono rivolti all'avvocato Gian Luigi Tizzoni - che ha sua volta nominato il genetista forense Marzio Capra - e all'avvocato Antonino Andronico - che ha conferito l'incarico di perito all’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano -.

Nella giornata di ieri, i legali ed i consulenti, si sono recati nuovamente in via Mazzolari ed hanno effettuato nuove misurazioni, aiutandosi anche con un drone. Per cercare di comprendere se, davvero, un volo di cinque metri può avere provocato fratture tanto devastanti, hanno analizzato altezze, prospettive e distanze.

Tracce di cannabis nel corpo di Mauro Pamiro

"Mio figlio – ha dichiarato Marisa Belloni, la mamma di Mauro – non si è buttato da lì". La donna, che con il marito ha partecipato al sopralluogo, ha spiegato che il figlio era affetto da distrofia e, per questo, non aveva forza nei muscoli. "Salire su quell'impalcatura sarebbe stato difficile anche per una persona con delle forze normali", ha poi aggiunto.

Nelle scorse settimane sono arrivati gli esiti delle analisi tossicologiche eseguite sul corpo di Pamiro. I test hanno evidenziato un'alta concentrazione di cannabis. Tuttavia, chi conosceva bene il professore si domanda: davvero uno, o forse più, "spinelli" sono riusciti a fargli perdere la cognizione della realtà? E, ancora, se aveva fumato, come mai nel cantiere o nelle immediate vicinanze non sono stati rinvenuti mozziconi?