Una proposta per fronteggiare l’incremento dei casi di Coronavirus che si regista in Italia da circa due settimane arriva da Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia presso l’università di Padova, suggerisce il ritorno a un lockdown generalizzato aspettando però un periodo in cui i danni al sistema economico sarebbero più contenuti, ovvero durante le prossime festività natalizie.
Intervenendo alla trasmissione Studio 24 su Rainews, il virologo ha spiegato meglio la sua idea: “Penso che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose – ha chiarito lo studioso – in questo modo il nostro sistema, che è ormai saturo, potrebbe essere resettato, diminuendo il numero delle persone positive e migliorando il tracciamento dei contagiati”.
A sostegno della sua tesi Crisanti ha citato la Gran Bretagna, dove è stata programmata una chiusura generale nel periodo delle vacanze scolastiche.
La proposta di Crisanti per evitare contagi sui mezzi pubblici
Il professor Crisanti sin dai primi mesi della pandemia ha sottolineato l’importanza di aumentare i tamponi somministrati ogni giorno per poter scoprire il maggior numero possibile di nuovi casi di positivi: questa sua intuizione ha contribuito a contenere la quantità di contagiati in Veneto.
Negli ultimi giorni lo studioso ha puntato il dito contro il sistema del trasporto pubblico in Italia, con mezzi troppo affollati: questa situazione sicuramente favorisce la diffusione del virus. L’esperto ha quindi proposto come soluzione quella di obbligare tutti i passeggeri a indossare mascherine chirurgiche, impedendo l’accesso a chi utilizza dispositivi “fai da te” meno sicuri.
Secondo il virologo per ottenere risultati significativi basterebbe adottare immediatamente questo accorgimento, invece che perdere tempo a discutere di un’eventuale riduzione della capienza dei mezzi, come sta accadendo.
Le critiche di Crisanti alle ultime misure prese dal governo
Crisanti è convinto che sempre più spesso si segua l’approccio sbagliato nell’adottare le misure utili per contrastare la pandemia.
Tutte le soluzioni intraprese sembrano secondo lui voler inseguire il virus, invece che anticiparlo. Pur trovandosi di fronte a una situazione del tutto nuova, secondo l’esperto, le autorità avrebbero dovuto imparare di più dalla prima ondata; invece si ha l’impressione che si sia perso del tempo utile.
Lo studioso non ha accolto con entusiasmo i nuovi provvedimenti presenti nell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che contiene una serie di restrizioni che mirano a ridurre la diffusione del Coronavirus.
Durante un collegamento con il programma L'Aria che Tira, in onda su La7, Crisanti ha fatto l’esempio delle scuole di calcio che possono continuare a funzionare, mentre sono state proibite le partite di calcetto tra amici, il tutto per sottolineare l’incomprensibilità di alcune decisioni che sembrano quanto meno contraddittorie.
Il dottor Crisanti non fa previsioni sugli effetti delle misure adottate
Un altro elemento che Crisanti ha sottolineato nei suoi ultimi interventi [VIDEO] è la difficoltà nel valutare gli effetti delle misure adottate sulla curva dei contagi. Le conseguenze di qualsiasi decisione si manifestano innanzitutto dopo un certo lasso di tempo, circa due o tre settimane. Inoltre va considerato che tutti i provvedimenti che mirano a ridurre i contatti non protetti tra gli individui hanno un certo impatto sulla diffusione del Coronavirus, ma non si è ancora riusciti a misurare empiricamente la correlazione tra queste decisioni e il numero dei casi.