La Guardia di Finanza di Genova, coordinata dalla Procura del capoluogo ligure, nella mattinata di oggi 11 novembre, ha eseguito delle misure cautelari nei confronti sei persone tra manager ed ex vertici della società Autostrade per l'Italia con le accuse di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. L'inchiesta a cui sono legati gli arresti è quella sulle criticità sulla sicurezza delle barriere fonoassorbenti installate sulla rete autostradale, costola quest'ultima dell'indagine relativa al crollo del Ponte Morandi avvenuto il 14 agosto del 2018.

I soggetti sarebbero stati consapevoli dei difetti delle barriere

Gli ex vertici di Autostrade sarebbero stati consapevoli che le barriere fonoassorbenti fossero in qualche modo difettose e non conformi alle certificazioni europee in materia. Secondo le Fiamme Gialle vi era la consapevolezza che tali infrastrutture rappresentassero un potenziale pericolo anche per gli automobilisti, soprattutto nelle giornate di forte vento. Proprio a causa di ciò nel 2016 e 2017 alcune barriere installate sulla rete autostradale genovese cedettero. I media nazionali riferiscono che i materiali per l'ancoraggio erano anche scarsamente performanti.

Per quanto riguarda le misure cautelari disposte stamane dall'autorità giudiziaria bisogna precisare che tre persone sono finite ai domiciliari, mentre per le altre tre sono scattate misure interdittive della durata di un anno.

L'inchiesta è stata coordinata dal Procuratore Aggiunto Paolo D'Ovidio e dal pm Walter Cotugno. Gli inquirenti hanno proceduto a contestare i reati in essere dopo aver analizzato attentamente la documentazione informatica e cartacea acquisita nel corso delle indagini.

Contestata anche la frode nei confronti dello Stato

La Guardia di Finanza ha inviato un comunicato stampa ai principali media nazionali, spiegando inoltre che si è anche riscontrata la volontà di non procedere ai lavori previsti per mettere in sicurezza le barriere.

Tale obbligo sarebbe stato aggirato con alcuni interventi temporanei che non hanno provveduto a risolvere il problema della pericolosità dei pannelli fonoassorbenti. Agli indagati è stata anche contestata la frode nei confronti dello Stato, in quanto la pericolosità delle barriere non è stata comunicata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che è l'organo di vigilanza preposto in materia di sicurezza stradale su gran parte della rete autostradale. Sulla vicenda le indagini sono ancora in corso e non è escluso che nelle prossime ore, o al massimo nei prossimi giorni, possano emergere ulteriori dettagli.