Una importante scoperta archeologica è stata fatta nella zona degli scavi a ridosso della antica Pompei romana, dove sono stati ritrovati due antichi protagonisti testimoni nel luogo della grande eruzione del Vesuvio del 79 d. C, avvenuta sotto il governo dell'imperatore romano Tito.

Il ritrovamento di due calchi in una villa adiacente la zona archeologica

In località Civita Giuliana, a circa 700 m a nord ovest della grande area suburbana di Pompei, il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha definito "stupefacente" la scoperta di due corpi ricoperti dalla lava risultati perfettamente integri.

Questo ritrovamento è il seguito un'altra scoperta, avvenuta sempre nella stessa area di scavo nel 2017, quando è stata portata alla luce la parte servile di una villa con l'annessa stalla e i resti di tre cavalli bardati. In quella circostanza è stato possibile realizzare i calchi dei tre equini, adesso è stato possibile realizzare i calchi delle due vittime nella zona identificata come il criptoportico.

I due personaggi sono un patrizio e il suo servo personale

I due resti sono stati individuati nella parte di un corridoio laterale di passaggio sottostante la parte che permetteva alle persone l'accesso alla parte superiore della stessa abitazione, stimato nella lunghezza di 2,20 metri, ma sembra essere ancora più lungo.

Questa costruzione presentava un solaio in legno, testimoniato dalla presenza di fori sulle mura perimetrali. In questo ambiente, ostruito dalle colate laviche, sono state ritrovate le salme. Dopo l'analisi delle ossa eseguita all'antropologa fisica a disposizione del Parco archeologico, è stata eseguita la tecnica della colata di gesso per definire i corpi, inventata e sperimentata da Giuseppe Fiorelli dal 1863.

Dal risultato ottenuto i due corpi sono stati rinvenuti in posizione supina. Secondo la supposizione degli archeologi, i due sono stati sorpresi nel sonno durante l'eruzione. La prima vittima, con il capo reclinato e le ossa del cranio ben visibili, risulta essere un giovane dalla età apparente tra i 18 e i 25 anni, alto intorno ai 156 centimetri.

Dalle fattezze sembra essere uno schiavo il quale, al momento della morte, ha indossato una tunica corta, probabilmente di lana. La seconda salma è stata ritrovata in una posizione differente rispetto alla prima, ma con caratteristiche simili ad altri ritrovamenti del genere. Dal calco è stata ottenuta la figura di un uomo robusto, intorno ai 30 – 40 anni e alto 162 cm., con un abbigliamento più elaborato rispetto al giovane, perché è stato ritrovato con indosso un mantello e una tunica, probabilmente si tratta di un patrizio residente nella zona e probabile proprietario della villa oggetto degli studi. I ricercatori hanno supposto che stavano fuggendo, ma le esalazioni di anidride carbonica presenti nell'aria ne hanno impedito la fuga.

La eccezionalità della scoperta commentata da Massimo Osanna

L'archeologo Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei, ha commentato la notizia: "Un ritrovamento eccezionale. Le ultime settimane sono state febbrili.” Ha aggiunto che i suoi collaboratori hanno avvertito la presenza di vuoti nella coltre di materiale pirolavico nel corridoio, dove sono stati ritrovati i due corpi senza vita. Osanna ha terminato la sua intervista dicendo che erano presenti le condizioni ottimali per ottenere i calchi che hanno poi determinato l'importante risultato. La zona dove si sta effettuando lo scavo, interamente finanziato dal Parco di Pompei del valore di un milione di euro, è il frutto di una operazione congiunta con la Procura di Torre Annunziata, il procuratore Pierpaolo Filippelli e l'Arma dei Carabinieri, per bloccare i tombaroli che hanno già lasciato diverse tracce del loro passaggio.