Tragedia sulle montagne del Trentino. Federica Marcolla, 32 anni, medico di base a Trento e mamma di due bimbi, è precipitata nella giornata di ieri, sabato 7 novembre, durante una scalata con il compagno sul monte Casale, catena che sovrasta la vallata del Sarca, fra gli abitati di Pietramurata e Dro. Le pagine di cronaca dell'Adige, oggi, domenica 8 novembre, hanno raccolto il ricordo commosso delle amiche della donna.

L'incidente durante una scalata

Nella mattinata di ieri, Federica, stava percorrendo con il compagno 46enne la via ferrata denominata Che Guevara, sul monte Casale.

L'escursione, pur avendo una lunghezza impegnativa e un importante dislivello, non presenta particolari difficoltà tecniche. Tuttavia, come qualsiasi percorso di montagna nasconde delle insidie dovute alla friabilità della roccia e alle condizioni spesso mutevoli del suo tracciato.

Ad un certo punto, poco prima di mezzogiorno, mentre la coppia stava scalando la parete rocciosa, la dottoressa è precipitata nel vuoto per circa 200 metri. Il compagno ed altri escursionisti hanno subito dato l'allarme, ma all'arrivo del soccorritori (giunti in elicottero) per la giovane mamma già non c'era più nulla da fare. Secondo una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri, intervenuti per i rilievi del caso, mentre Federica stava staccando e riagganciando un moschettone, l’altro, per motivi ancora in corso di accertamento, avrebbe ceduto e lei, inevitabilmente, è caduta di spalle nel vuoto.

La salma della donna, dopo il nullaosta delle autorità, è stata trasferita alla camera mortuaria di Dro.

Il ricordo delle amiche

La tragica ed improvvisa morte di Federica ha sconvolto la comunità trentina. La 32enne, originaria di Zambana (sempre in provincia di Trento), viveva in città, nel quartiere della Bolghera, lungo la sponda sinistra del torrente Fersina.

Mamma di un bambino di 5 anni e di una bimba di 2, da febbraio di quest'anno prestava servizio negli ambulatori di via Julg a Cognola (frazione collinare di Trento) e di via delle Sugarine a Meano (sul monte Calisio). I suoi pazienti, in questi mesi di emergenza sanitaria, avevano imparato a conoscerla ed a apprezzarla per le sue competenze, ma anche per il suo carattere solare e per la sua disponibilità.

Le sue amiche, in queste ore di grande dolore, l'hanno ricordata con le lacrime agli occhi. "Era semplicemente una persona eccezionale - ha spiegato Giulia, che la conosceva da tempo - E tutto le veniva bene, in modo naturale". "Era stata in mezzo mondo - ha poi aggiunto sottolineando che la montagna era solo una delle sue tante passioni - era curiosa, divorava la vita". Carol, che era anche una collega di Federica, invece, l'ha definita "instancabile, piena di energia, ma allo stesso tempo ligia e rigorosa".